Nuovi procedimenti contro il Chievo, il patron Luca Campedelli e quattro dirigenti della società nell’ambito dell’indagine sulle plusvalenze sospette del triennio 2014-17. Il procuratore della Figc ed il procuratore federale aggiunto hanno deferito al Tribunale federale nazionale-Sezione Disciplinare la squadra “per responsabilità diretta ed oggettiva”, il patron e i dirigenti Piero Campedelli, Giuseppe Campedelli, Michele Cordioli e Antonio Cordioli. Secondo l’accusa, le plusvalenze fittizie realizzate fra il Chievo e il Cesena avrebbero permesso ai club di iscriversi ai rispettivi campionati.Il 25 luglio scorso il Tribunale nazionale della Federcalcio aveva dichiarato l’improcedibilità “per vizio di forma” verso del Chievo per la mancata audizione (che lo stesso Campedelli aveva richiesto) e aveva restituito gli atti alla Procura, che ha istruito un nuovo procedimento senza dondolarsi: l’obiettivo del procuratore federale è celebrare il processo e avere una sentenza a metà agosto. Campedelli doveva essere ascoltato nei giorni scorsi, ma il patron ha inviato un certificato medico per giustificare la sua assenza alla audizione. Il Chievo rischia grosso considerato che il Tribunale ha già condannato il Cesena con 15 punti di penalizzazione nella stagione in corso, una pena che tuttavia la società romagnola non sconterà considerato che è fallita.
Una sanzione di questo tipo non soddisferebbe il Crotone, società che verrebbe ripescata in caso di esclusione del Chievo dal campionato. La società calabrese nella giornata odierna ha chiesto di spostare la sua prima partita stagionale in Serie B e contestualmente rinviare le prime due gare in A della squadra veneta. La richiesta è stata inoltrata alla Figc dagli avvocati Elio Manica e Giancarlo Pittelli in seguito al rigetto della richiesta della stessa società, deciso ieri dalla Federazione, di rinviare l’inizio dei campionati. La nuova richiesta del Crotone è legata “a motivi di opportunità in relazione al fatto che i due gradi di giudizio della giustizia sportiva porterebbero ad una pronuncia dei giudici in tempi incompatibili con l’inizio del campionato di Serie A. Il tutto – scrivono gli avvocati Manica e Pittelli – al fine di un effettivo ripristino della legalità violata in danno del Crotone e per scongiurare l’irrimediabile danno cagionato alla società dalla conduzione del procedimento sportivo”. I due legali del Crotone sottolineano, nello specifico, “l’evidente frustrazione del significato e degli effetti della sanzione certa che sarà irrogata verso della società deferita e della possibilità per questa di partecipare al campionato della competizione principale in maniera illegittima per la quarta volta”. Il Crotone ribadisce pure la richiesta di “deroga alla clausola compromissoria per potersi rivolgere dopo le decisioni della giustizia sportiva pure alla giustizia ordinaria ai fini del risarcimento dei danni subiti”.
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Fonte:Gazzetta.it