TROPPI CAMBI – Una nuova situazione di disagio che si unisce agli effetti sempre più tangibili del caso Insigne e alla crisi di identità che affligge Milik, tuttavia alla ricerca del primo gol stagionale. Soltanto Mertens, al netto del turn-over esasperato di Ancelotti e di un cambio continuo di sistemi di gioco, dal 4-2-3-1 al 4-4-2 finendo col ritorno al 4-3-3, sta mantenendo medie al di sopra di ogni sospetto, un gol ogni 131 minuti in campionato. E a finire nel mirino della critica ci sono proprio i continui cambiamenti apportati alla squadra dal tecnico emiliano, già scivolato a -5 e -6 da Inter e Juventus, ma in maggior misura tuttavia alla ricerca di una precisa fisionomia. A inizio campionato, al netto di una produzione offensiva strepitosa, il tallone d’Achille era rappresentato dalla fragilità difensiva, come evidenziano i 9 gol incassati nei primi 4 turni; in poche settimane, Ancelotti ha avuto il merito di ricostruire una certa solidità, imperniata sulla coppia Manolas-Koulibaly, tenendo la porta illibata pure contro una corazzata come il Liverpool campione d’Europa.
UN ALTRO LOZANO – Lo scenario è a questo punto completamente ribaltato, con un reparto arretrato ritrovato e un attacco che stenta oltremisura e un giocatore su tutti, Lozano, che pare aver risentito più di tutti di questa inversione di tendenza. Aveva impressionato il messicano per la personalità e la leggerezza con cui aveva spaccato in due la sfida dello Stadium con la Juventus, ma la prosegue ricerca della posizione ideale nella quale valorizzare al massimo il suo potenziale, da punta centrale prima, da esterno mancino in seguito, non ha portato i frutti sperati. Servono certezze, serve stabilità e continuità nelle scelte: quelle che nemmeno troppo timidamente Aurelio De Laurentiis aveva richiesto dopo la partita persa contro gli azzurri, ma che rimane ad nella giornata odierna un appello inascoltato.
Image:Getty
Segui le Ultime News Calciomercato del Napoli