Ed adesso Aurelio De Laurentiis allontani Carlo Ancelotti. Perché, se, come si è sostenuto in settimana sul CorSport, finisce qui la lotta scudetto del Napoli, se il 6 ottobre è fallito l’obiettivo stagionale definito dal tecnico, allora meglio salutarsi subito, caso mai assumendosi le giuste responsabilità e pensando ad una rescissione consensuale. Perché, se è vero che da ottobre a maggio sarà un lento trascinarsi, allora il Napoli viri su Allegri, Spalletti, Gattuso: mai come quest’anno di ottimi tecnici liberi ce ne sono tantissimi. Pure perché, se l’obiettivo è lottare finalizzato alla vittoria, questo Napoli non può certo lottare finalizzato alla vittoria la Champions. E lottare finalizzato alla vittoria la Coppa Italia, francamente, è un insulto alla carriera di Carlo Ancelotti.
FIDUCIA – Il Napoli deve ritrovare fiducia nelle giocate, un gioco che consenta alla squadra di ritrovarsi, un’anima tattica nella quale riscontrarsi. Chi sostiene che il Napoli giochi senza grinta mette in forse la professionalità dei suoi giocatori e si sbaglia. Il desiderio di Ancelotti di sviluppare un calcio liquido, con giocatori che ricoprano più ruoli nello specifico in fase di possesso, adesso, sta fallendo. Rimane da comprendere se tutto il roster a sua disposizione è preparato ad affrontare questa evoluzione senza prima un’anima consolidata. Mazzarri prima e Sarri in seguito ottennero grandi risultati codificando principi ed imprimendoli nella mente dei giocatori: poche cose fatte bene. Il grande dilemma è comprendere che strada seguirà Ancelotti.
Image:Getty
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