Il dirigente sportivo Fabrizio Lucchesi è intervenuto in diretta a TMW Radio, durante la trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, per parlare di numerosi temi. Prima di tutto il suo spiacevole incontro con il Coronavirus: “Io ho avuto fortuna perché è stata l’esperienza più brutta della mia vita. Ho fatto ventuno giorni di terapia intensiva e ne sono uscito bene, forse pure meglio di prima perché vedo le cose con maggiore distacco. Ciò che ho subito lo dimentico ma ciò che ho visto e udito sulle persone che erano senza di me… Ai negazionisti farei andare a vedere dietro quella porta e cambierebbero idea. Il male è brutto e ci vorrebbe avere attenzione e precauzione, adesso col vaccino è corretto vaccinarsi. Entrando lì dentro senza sapere se torni a casa ti cambia la visione delle cose. Parliamo di calcio”.
Abbiamo ritrovato la Juventus.
“Penso che pure quest’anno possano primeggiare, hanno un organico forte che e trovano regime magari sbagliano una partita, e qualche errore lo stanno facendo, ma sul lungo periodo possono arrivare tutto sommato perché lì vince il migliore. Si erano un po’ smarriti ma si sono ritrovati”.
Cosa pensa del Napoli?
“Lì deve essere successo qualche cosa addentro, erano partiti benissimo e dopo il rinvio di Juventus-Napoli si sono fermati. Dopo c’è la complicazione dei rinnovi, per primo quello di Gattuso per cui non ci sono problemi ma con la sigilla che non arriva mai. Allorchè certi problemi entrano dentro si trasformano in prestazioni non al meglio o incapacità di raccogliere quanto si dovrebbe. Non penso che per organico possano competere con Juventus, Inter, Milan e ci metto pure la Roma. Qualche cosa è successo, e con tutta probabilità lo sanno solo loro”.
Come finisce con Milik?
“Penso che tutto avvenga intorno alla valutazione che stanno facendo in casa Napoli sul reparto d’attacco. Devono completare la rosa, e chi va via a giugno non lo tieni tanto per fare. Realisticamente dico che andrà via, e lo farà negli ultimi tre giorni di mercato magari”.
A chi serve ancora la quarta punta, Juventus o Inter?
“Per me tutte e due, per motivi diversi tutte e due hanno la coperta corta. Il campionato è lungo e si vince pure gestendo al meglio i momenti di difficoltà: avere altre soluzioni di qualità diventa un’assicurazione sulla vita. Se chi entra non è all’altezza di chi esce perdi qualche cosa… Adesso ma per me la rosa della Juventus è più forte di quello dell’Inter”.
Come fa l’Inter ad uscire dall’impasse su Eriksen?
“Questa è una roba curiosa, ci deve essere stato un misunderstanding. Pagato molto, ingaggio importante e non gioca mai, o poco: è un’operazione che devono fare e il loro mercato è condizionato da quella. La complicazione è che lo sanno loro ma pure chi deve prenderlo: per me pure questa va agli ultimi giorni. Pure a costo di rimetterci qualche soldo, succede molte volte che certi affari si facciano lo stesso”.
Torino e Cagliari con Giampaolo e Di Francesco progetti sviluppati male?
“Gli allenatori sono bravi allorchè lo sono pure i calciatori, e senza nessuno molte volte non basta nemmeno: ci vorrebbe avere una società che lo supporti. Molte volte queste due cose non bastano nemmeno… Di Francesco è andato a Cagliari per ripartire: chiaro che gli servirà tempo ma pure che la squadra non sia da terzultimo posto. Da lì alla metà classifica tuttavia c’è poco. Ieri ho visto il match con la Fiorentina e dico che se pareggiavano non avevano rubato niente. Purtroppo nella nostra cultura gli allenatori passano dalle stelle alle stalle, e questo incide pure sulla programmazione. In sintesi: costa meno cacciare il tecnico che dieci calciatori. Si parla di due tecnici importanti che pagano colpe non loro”.
Vede una coerenza nel percorso di Commisso a Firenze?
“C’è da parte della proprietà un’idea molto chiara, ed hanno messo risorse importanti. Ma a fronte degli investimento e del settimo monte ingaggi italiano, la stagione è questa. Se da una parte semini sulle infrastrutture, ed un percorso di medio-lungo periodo, di fronte hai un allenatore a scadenza fra tre mesi”.
Questa cosa non le va giù.
“Se il 2 febbraio non rinnovi Pradè come fai a fare il prossimo mercato? Se vuoi parlare di programmazione e progetto sono cose cui serve respiro, e in questo modo fai fatica. Si pensa che nell’aria ci sia una rivoluzione: intanto va presa la salvezza, e per quello credo non ci saranno problemi. Ieri hanno vinto: una partita non fa testo ma Prandelli con il buonsenso sta cambiando la mentalità. Sbagliando meno la Fiorentina può uscire da questo limbo”.
I bergamaschi ha gestito bene il caso Gomez?
“Da rosa molto competitiva, da persone che capiscono di pallone. Gomez ha dato tanto, ma pure gli orobici: arrivati ad il signor punto, ma, ci sono delle regole. Senza di quelle non arrivi ai risultati. Loro non solo hanno calciatori bravi, ma li amministrano bene: prima di tutto hanno dato forza all’allenatore, e dopo hanno ribadito che comanda la società. Porteranno a casa qualche soldo e ne usciranno forti: la cosa si riflette sullo spirito di questa grandissima realtà ora mai da parecchi anni”.
Chi è secondo lei l’allenatore rampante pronto per una grande squadra?
“Il calcio ha un andamento ciclico: ci sono momenti in cui sei in cima ed altri in cui cali. Dieci anni fa Ventura era in Serie C, dopo ha raggiunto la Nazionale italiana. Me lo ricordo tuttavia lì a Pisa… Difficile nella giornata odierna fare un nome, perché allenare in una medio-bassa classifica non è come in una grande squadra. Ai grandi campioni dai indicazioni pure tattica, ma entro certi confini: sono quasi due mestieri diversi”.
Cosa pensa del Napoli?
“Lì deve essere successo qualche cosa addentro, erano partiti benissimo e dopo il rinvio di Juventus-Napoli si sono fermati. Dopo c’è la complicazione dei rinnovi, per primo quello di Gattuso per cui non ci sono problemi ma con la sigilla che non arriva mai. Allorchè certi problemi entrano dentro si trasformano in prestazioni non al meglio o incapacità di raccogliere quanto si dovrebbe. Non penso che per organico possano competere con Juventus, Inter, Milan e ci metto pure la Roma. Qualche cosa è successo, e con tutta probabilità lo sanno solo loro”.
Image:Getty
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