La Juventus festeggia tuttavia il trionfo nella Supercoppa Italiana che vale il primo trofeo stagionale per i bianconeri ma pure il primo per il suo allenatore, quell’Andrea Pirlo che alla finale portiere della sua carriera da guida tecnica non sbaglia portandosi a casa la medaglia del vincitore. Pirlo che ha messo la sua sigilla sul risultato con alcune mosse tattiche che hanno incatenato il Napoli ma pure con la scelta di lanciare dall’inizio della gara Juan Cuadrado, recuperato poche ore prima.
DAL RECUPERO AL VIAGGIO – Quindici giorni di positività al Coronavirus e dopo subito sul terreno di gioco dopo il doppio tampone negativo che ha confermato la guarigione dell’esterno colombiano la mattina stessa della finale. Visite di idoneità superate e partenza immediata per Reggio Emilia ove nel primo pomeriggio ha raggiunto il resto della squadra in hotel. Da lì Pirlo, considerata l’emergenza sugli esterni, ha iniziato a riflettere con certezza sulla possibilità di inserirlo dall’inizio della gara al netto delle condizioni fisiche, sulla carta, non ottimali ma neanche pessime considerata l’assenza di sintomi nelle due settimane di malattia e l’allenamento svolto fra le mura casalinghe.
LUCIDITÀ CHE VALE IL TITOLO – La dimostrazione è arrivata dopo sul campo. Palma di migliore sul terreno di gioco per Cuadrado, assieme ai decisivi Szczesny e Ronaldo, e prestazione da incorniciare per affidabilità, disponibilità e capacità di creare costantemente gioco con i suoi movimenti offrendo sempre una soluzione ai compagni. Una sorta di fantasista della squadra che ha fatto tutta la differenza del mondo dimostrando, di nuovo, quanto sia irrinunciabile per gli schemi della Juventus. Con l’aggiunta dei suoi soliti traversoni insidiosi per la squadra avversaria e, nel finale, l’assist numero 10 in stagione per il gol di Morata. “C’era necessità di farlo giocare dall’inizio, – ha raccontato l’allenatore bianconero, – perché eravamo contati. Pensavamo durasse di meno ma ha tenuto fino all’ultimo minuto. Bisogna fargli i complimenti: si è allenato senza nessuno e ha giocato in questo modo“. Un fattore, senza se e senza ma.
LUCIDITÀ CHE VALE IL TITOLO – La dimostrazione è arrivata dopo sul campo. Palma di migliore sul terreno di gioco per Cuadrado, assieme ai decisivi Szczesny e Ronaldo, e prestazione da incorniciare per affidabilità, disponibilità e capacità di creare costantemente gioco con i suoi movimenti offrendo sempre una soluzione ai compagni. Una sorta di fantasista della squadra che ha fatto tutta la differenza del mondo dimostrando, di nuovo, quanto sia irrinunciabile per gli schemi della Juventus. Con l’aggiunta dei suoi soliti traversoni insidiosi per la squadra avversaria e, nel finale, l’assist numero 10 in stagione per il gol di Morata. “C’era necessità di farlo giocare dall’inizio, – ha raccontato l’allenatore bianconero, – perché eravamo contati. Pensavamo durasse di meno ma ha tenuto fino all’ultimo minuto. Bisogna fargli i complimenti: si è allenato senza nessuno e ha giocato in questo modo“. Un fattore, senza se e senza ma.
Image:Getty
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