A gennaio Jose Callejon avrebbe potuto subito salutare la Fiorentina, che tuttavia ha puntato i piedi: c’era sul piatto come minimo la proposta del Granada, più altre suggestioni sempre dalla Spagna, ma i viola hanno insistito per tenerlo in rosa. Ieri ha compiuto 34 anni e, vedendolo intervistato dai microfoni del club ufficiale con tanto di “chiedo in regalo l’affermazione domenica” che ha un sapore lievemente preconfezionato, a qualcuno sarà calato un pizzico di nostalgia. Quello di Napoli, quello giunto nelle stesse ore in cui il figliol prodigo Chiesa lasciava la casa madre per planare nella discussa destinazione Torino, tuttavia non si è visto, e fin qui il cambio di allenatore da Iachini a Prandelli, datato già di tre mesi, non ha portato il cambio di marcia sperato. Lo spagnolo è chiuso nelle scelte dalla sua difficile collocazione tattica nel 3-5-2 adattato dal tecnico: gli va un po’ meglio allorchè lo schema è il 3-4-2-1 (ultimamente tuttavia in disuso) pure se anche nel ruolo di trequartista c’è da adattarsi. I minuti da lui fin qui collezionati sono davvero pochi, e difficilmente questa avventura, tuttavia mai nemmeno agli inizi nei fatti – corretto un fulmine col Cagliari – potrà continuare oltre il termine di questa stagione, se non cambierà qualche cosa. L’ingaggio, fra l’altro, è fra i più pesanti in organico, e pure da parte viola avrebbe poco senso corrispondere certe cifre a chi, nella pratica, non rientra quasi mai fra i titolari pur mantenendo gli standard di elevata professionalità che l’hanno sempre contraddistinto nella sua carriera.
Image:Getty
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