Nuovi farmaci, già disponibili o ancora da perfezionare, per combattere l’osteoporosi, una patologia che nel mondo colpisce milioni di persone e che provoca fragilità ossea e conseguente predisposizione alle fratture.
Terapie senza Bisfosfonati
Si sono recentemente sviluppate nuove molecole, ad esempio il teriparatide e il paratormone intatto, che agiscono sullo squilibrio tra riassorbimento e neoformazione ossea. L’utilizzo di questi farmaci, se ne parla approfonditamente anche al seguente link
https://dolori-articolari.it/osteoporosi/trattamento-dellosteoporosi-senza-bifosfonati/, è molto efficace, ma costoso, è limitato dall’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, a pazienti con osteoporosi grave che abbiano riportato almeno tre fratture severe oppure a pazienti che abbiano avuto un’ennesima frattura nonostante il trattamento con i farmaci di prima scelta.
L’osteoporosi affligge soprattutto le donne dopo la menopausa (gli studi parlano di una donna su tre); gli uomini non ne sono esenti, anche se ne vengono colpiti in misura minore (uno su cinque dopo i 50 anni).
Numerose sono le innovazioni terapeutiche in questo campo, sia per quanto riguarda la messa a punto di nuovi farmaci, sia per quanto concerne i metodi di somministrazione di farmaci.
Terapie farmacologiche
Esistono diversi farmaci approvati per la prevenzione e il trattamento dell’osteoporosi.
Spetta al medico scegliere caso per caso il più adatto alle esigenze di ogni singolo paziente, tenendo conto del sesso (ci sono medicinali approvati solo per le donne e altri approvati per entrambi i sessi), dell’età (per esempio, alcuni sono più indicati per le donne in post-menopausa giovani, altri per quelle più anziane), della gravità dell’osteoporosi, presenza di ulteriori fattori di rischio (per esempio il rischio di cadute) e delle comorbilità del paziente (alcuni farmaci sono controindicati in condizioni cliniche particolari).
Sostanzialmente, i farmaci efficaci nella terapia dell’osteoporosi possono essere suddivisi in tre categorie:
• agenti anti-riassorbitivi: riducono il riassorbimento osseo, rallentando o fermando la perdita di osso e preservando la densità ossea;
• agenti anabolici: stimolano la formazione di nuovo osso, aumentando la BMD;
• agenti con doppio meccanismo: inibiscono debolmente il riassorbimento osseo e stimolano debolmente la neoformazione ossea.
Appartengono a questa categoria:
• i bisfosfonati;
• il denosumab;
• la terapia ormonale sostitutiva (TOS);
• i modulatori selettivi del recettore degli estrogeni (SERM).
I Bisfosfonati
I bisfosfonati rappresentano attualmente il caposaldo della terapia farmacologica dell’osteoporosi. Sono potenti inibitori del riassorbimento osseo e inibiscono l’attività degli osteoclasti. Tutti i bisfosfonati approvati hanno dimostrato di ridurre il rischio di fratture vertebrali e aumentare la densità minerale ossea, mentre alcuni hanno dimostrato la loro efficacia anche nella riduzione del rischio di fratture non vertebrali e di fratture all’anca.
Si assumono per bocca con somministrazioni giornaliere, settimanali o mensili (alendronato, risedronato e ibandronato) o per via endovenosa ogni 3 mesi (ibandronato) o una volta all’anno (zoledronato). Inoltre, l’effetto antiriassorbitivo dei bisfosfonati persiste anche dopo la loro sospensione.
Grazie alla loro comprovata efficacia e alla tossicità limitata, questi agenti sono considerati l’opzione terapeutica di prima linea per molti pazienti.
Per i bisfosfonati orali, gli effetti collaterali più frequenti sono a carico del tratto gastrointestinale superiore e possono manifestarsi soprattutto con epigastralgia. L’assunzione del farmaco in maniera corretta (con tanta acqua, rimanendo con il busto eretto) limita fortemente questo effetto collaterale. In caso di comparsa di questi disturbi dopo l’inizio di una terapia con bisfosfonati orali è necessario segnalarlo al proprio medico curante.
Per quanto riguarda i bisfosfonati endovena, circa il 10% della popolazione trattata presenta nelle 24-36 ore dopo la prima infusione sintomi simili a quelli dell’influenza (febbre, dolori muscolari e ossei) che vanno trattati con farmaci sintomatici, ma non pregiudicano il proseguimento della cura. Non possono essere utilizzati, invece, in pazienti con problemi renali gravi. In casi rari e se utilizzati in modo prolungato, si sono associati a effetti collaterali gravi, tra cui l’osteonecrosi della mandibola e le fratture atipiche del femore.
L’osteonecrosi della mandibola è una infezione dell’osso dovuta a dei germi che sono molto frequenti nel cavo orale in seguito a un intervento odontoiatrico invasivo o a estrazione di un dente. È stato osservato che una terapia antibiotica in caso di estrazione dentale e una corretta igiene orale sono le misure più efficaci per evitare questa rarissima complicanza.
Le fratture atipiche (così definite perché si verificano in una sede non tipica per l’osteoporosi e cioè lungo la diafisi del femore) possono verificarsi dopo periodi prolungati (anni) di terapia con questi farmaci e in pazienti con condizioni predisponenti (altre malattie concomitanti o uso di particolari farmaci). qualora un paziente in trattamento da tempo con bisfosfonati avverta la comparsa di dolore a metà della coscia, è importante che lo segnali al medico. La possibilità che si manifestino questi effetti collaterali in caso di assunzione prolungata di bisfosfonati ha portato i medici a riconsiderare la durata della terapia con bisfosfonati e la necessità di sospenderli per un certo periodo, per poi riprendere il trattamento.
Altri tipi di trattamenti
In presenza di una semplice osteopenia o di un’osteoporosi non grave il medico potrebbe prescrivere solo supplementi di calcio e vitamina D. In caso di osteoporosi conclamata (quando la densità ossea è molto bassa e/o c’è già stata una frattura), tuttavia, per garantire una protezione adeguata questi integratori da soli non sono sufficienti e diventa indispensabile una terapia farmacologica.
I supplementi di calcio e vitamina D, comunque, vanno sempre abbinati ai farmaci in quanto è dimostrato che sono necessari per massimizzarne l’efficacia.
Inoltre, entrambi questi interventi (integratori e farmaci) devono essere sempre associati a uno stile di vita adeguato per la salute dell’osso (dieta ricca di latte e latticini, attività fisica regolare, giusto peso forma, limitare l’alcol, no al fumo).