Prendere Cristiano Ronaldo finalizzato alla vittoria la Coppa Campioni. Lo schema della Juventus, nemmeno tanto segreto, era questo. Comprare il migliore giocatore dalla squadra quattro volte campione d’Europa nei cinque anni precedenti per in seguito dare l’assalto alla Coppa. Pagare De Ligt circa 85 milioni – più quasi 12 di ingaggio al netto dei bonus – era l’altro modo per sistemare una retroguardia che vedeva in Bonucci e Chiellini i titolari, forse a questo punto sorpassati dal nuovo. Eppure dall’approdo del portoghese sono arrivare due eliminazioni: una ai quarti di finale contro l’Ajax, due contro Lione e Porto, gli ottavi. Certamente non due avversarie irresistibili, tutt’altro.
La Juventus delude perché è una formazione costruita e concepita finalizzato alla vittoria, ma lo fa solo in Italia. Non che sia facile alzare trofei, in nessuna competizione, ma dopo le due finali di Massimiliano Allegri (2015 e 2017) c’è il vuoto. Non c’è nessuna squadra italiana che è stata in grado di arrivare su: il Milan è assente dal 2014, l’Inter ha giocato nelle ultime tre stagioni dopo un’assenza abbastanza lunga ma senza risultati, fermandosi tutte le volte ai gironi. Gli orobici è una parvenù della Champions e ha raggranellato un quarto di finale e un ottavo. Il Napoli di ottavi ne ha giocati tre, venendo in seguito sempre eliminato al girone, la Lazio è uscita ieri contro il Bayern Monaco. Senza contare le varie eliminazioni ai playoff di Champions da parte di Udinese, Lazio, Napoli e Roma.
Proprio i giallorossi sono riusciti a conquistare la semifinale nel 2018, ribaltando il Barcellona (3-0) all’Olimpico, venendo in seguito eliminata dal Liverpool. Ma è l’ultimo sussulto di un’italiana, il moto di orgoglio di un movimento che pare essersi chiuso dopo l’Inter di Mourinho, salvato tuttavia dall’onorevole secondo posto della Juve nel 2015-17, oppure dalla stessa Inter nel 2020 in finale di Europa League.
Proprio i giallorossi sono riusciti a conquistare la semifinale nel 2018, ribaltando il Barcellona (3-0) all’Olimpico, venendo in seguito eliminata dal Liverpool. Ma è l’ultimo sussulto di un’italiana, il moto di orgoglio di un movimento che pare essersi chiuso dopo l’Inter di Mourinho, salvato tuttavia dall’onorevole secondo posto della Juve nel 2015-17, oppure dalla stessa Inter nel 2020 in finale di Europa League.
Image:Getty
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