Le assenze non sono state un alibi nella giornata di vigilia, ma oggettivamente le difficoltà di una trasferta come quella di Napoli erano sotto gli occhi di tutti. In casa Juve erano ben consapevoli di quanto fosse complicato giocarsi la gara contro una formazione in forma come quella di Luciano Spalletti che, non a caso, chiude le prime tre uscite in Serie A a punteggio pieno. E difatti allo stadio Maradona il predominio territoriale degli azzurri si è realizzato nei minuti finali riguardo la gara vinta per 2-1 ove, finalmente, chi ha sbagliato meno, e costruito oltre, ha mosso la classifica. Prima l’errore di Manolas sfruttato da Morata, in seguito quello di Szczesny, di nuovo, è la sfortunata deviazione di Kean che ha portato al tap-in facile facile di Koulibaly.
Le assenze non sono state un alibi nella giornata di vigilia, ma oggettivamente le difficoltà di una trasferta come quella di Napoli erano sotto gli occhi di tutti. In casa Juve erano ben consapevoli di quanto fosse complicato giocarsi la gara contro una formazione in forma come quella di Luciano Spalletti che, non a caso, chiude le prime tre uscite in Serie A a punteggio pieno. E difatti allo stadio Maradona il predominio territoriale degli azzurri si è realizzato nei minuti finali riguardo la gara vinta per 2-1 ove, finalmente, chi ha sbagliato meno, e costruito oltre, ha mosso la classifica. Prima l’errore di Manolas sfruttato da Morata, in seguito quello di Szczesny, di nuovo, è la sfortunata deviazione di Kean che ha portato al tap-in facile facile di Koulibaly.
I SOLITI ERRORI – Eppure Madama era riuscita, complice una disattenzione di Manolas, a incanalare la gara sui binari che voleva: gol del vantaggio firmato Morata e opportunità di chiudersi a riccio e ripartire in contropiede sfruttando la gamba di corridori come lo spagnolo stesso e Kulusevski. E proprio il duo d’attacco, assieme alla coppia centrale Bonucci-Chiellini e a Locatelli, si sono resi protagonisti sul campo campano sacrificandosi e cercando di far male, con azioni più estemporanee e affidate all’istinto dei singoli che costruite, agli avversari. In seguito ma sul terreno di gioco non si va in cinque ma in undici e “tocca” far leva pure sulle capacità dei compagni che, ultimamente, sbagliano diverse volte compromettendo i risultati. Non tanto Kean, estremamente sfortunato, nella serata di ieri ma, un’altra volta, Szczesny. A Udine il doppio errore che ha prima rimesso in partita la squadra avversaria e in seguito regalato il pareggio, a Napoli un altro intervento inspiegabile che regala l’iniziale pari a Politano. La Juve ha un problema evidente e deve provare a risolverlo perché il ruolo è di quelli delicati, ci si possono perdere gare e punti preziosi per gli obiettivi stagionali. Intanto la classifica piange: un pareggio, due sconfitte e -8 dalla vetta.
Image:Getty
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