Dinanzi all’ipotesi che il governo fermasse il campionato – mette in evidenza Il Messaggero – un buon numero di club fra cui Milan, Inter e Juventus si sono presentati alla riunione dei club di A con uno spirito collaborativo. Un solo pensiero: fornire un segnale di apertura prima che fosse la politica a vietare l’accesso al pubblico negli impianti. Come? Ridurre la capienza a cinquemila spettatori nelle due giornate di campionato dei fine settimana 15/16 e 22/23 gennaio. Tutti d’accordo pure nel dire che dal 6 febbraio, allorchรจ riprenderร il campionato dopo la sosta del 29/30 gennaio, si tornerร alla normalitร . Per lo meno quello รจ l’obiettivo perchรฉ tutto si valuterร in base ai contagi.
Dinanzi all’ipotesi che il governo fermasse il campionato – mette in evidenza Il Messaggero – un buon numero di club fra cui Milan, Inter e Juventus si sono presentati alla riunione dei club di A con uno spirito collaborativo. Un solo pensiero: fornire un segnale di apertura prima che fosse la politica a vietare l’accesso al pubblico negli impianti. Come? Ridurre la capienza a cinquemila spettatori nelle due giornate di campionato dei fine settimana 15/16 e 22/23 gennaio. Tutti d’accordo pure nel dire che dal 6 febbraio, allorchรจ riprenderร il campionato dopo la sosta del 29/30 gennaio, si tornerร alla normalitร . Per lo meno quello รจ l’obiettivo perchรฉ tutto si valuterร in base ai contagi.
Dietro le quinte. In questo modo se nell’assemblea andata in scena venerdรฌ 7 gennaio, qualche voce fuori dal coro c’era stata (vedi Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli, che avrebbe fermato tutto e c’era chi nutriva sospetti sul fatto di voler recuperare i propri indisponibili), ieri i 20 club hanno considerato tutti i rischi. Da qui la scelta di dare un segnale ben preciso (sono in parecchi, tuttavia, a credere che il governo chieda lo stop per motivi politico-demagogici e non scientifici).
Image:Getty
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