Il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha fatto delle dichiarazioni durante un’intervista agli studenti mentre lasciava l’ITIS Giordani di Caserta, a cominciare dal rinnovo di Mertens: “A fine stagione decideremo”. Il patron azzurro ha in seguito parlato della società e di come agisce per far quadrare i conti: “Il mio pensiero fisso è: come faccio a fare impresa in maniera differente rispetto a quelli che mi hanno preceduto e in parecchi anni hanno vinto solo due scudetti? Se avessi seguito il mio istinto di tifoso, saremmo falliti annualmente. Atteggiamento da padre padrone? Ma che critica è questa, mi vogliono accusare di mettere attenzione e passione nelle cose che mi riguardano”.
Il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha fatto delle dichiarazioni durante un’intervista agli studenti mentre lasciava l’ITIS Giordani di Caserta, a cominciare dal rinnovo di Mertens: “A fine stagione decideremo”. Il patron azzurro ha in seguito parlato della società e di come agisce per far quadrare i conti: “Il mio pensiero fisso è: come faccio a fare impresa in maniera differente rispetto a quelli che mi hanno preceduto e in parecchi anni hanno vinto solo due scudetti? Se avessi seguito il mio istinto di tifoso, saremmo falliti annualmente. Atteggiamento da padre padrone? Ma che critica è questa, mi vogliono accusare di mettere attenzione e passione nelle cose che mi riguardano”.
Parole in seguito pure su Carlo Ancelotti, che ha centrato la finale di Coppa Campioni con il Real Madrid: “È un pezzo di Napoli. Noi napoletani siamo strani, più bravi a fare critica che autocritica. Ancelotti vince e lo sa fare bene, da allenatore di squadre di top player. Il PSG, nonostante i corposi investimenti fatti, non vince in Europa, i soldi non sono tutto, non ci sta una relazione automatica fra spendere e vincere. Guardate il Chelsea che è stato valutato 6,5 miliardi di euro pur non avendo vinto molti scudetti”.
Poi parole sulla Superlega: “Sono stato fra i primi a telefonare ad Andrea Agnelli per dirgli che stava sbagliando, dico no alla Superlega ma non credo neanche a questa Coppa Campioni, a cui sono obbligato a partecipare per ragioni di fatturato. Serve più rispetto per i campionati nazionali, per me sarebbe opportuno a livello internazionale fare un torneo europeo. Organizzerei due gironi di 25 squadre: da una parte le prime cinque classificate dei cinque principali campionati europei, dall’altra le venticinque squadre vincenti degli altri campionati. Sarebbero previsti in seguito degli incroci fra i due gironi”.
Image:Getty
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