Khvicha Kvaratskhelia conquista pure la Johan Cruijff Arena. Nella storica vittoria del Napoli sull’Ajax c’è chiaramente prima di tutto un collettivo che si muove alla perfezione e che esalta individualità che stanno raggiungendo picchi altissimi, su tutti Raspadori, Anguissa e Lobotka, ma il georgiano è tuttavia nel gruppo dei migliori, senza pause dall’inizio dell’anno, portando il dispiacere dell’Ajax a livelli altissimi: “Kvaratskhelia è stato offerto all’Ajax a gennaio, ma il tempo era poco e il prezzo di 15 milioni di euro fu ritenuto troppo alto. L’Ajax non voleva pagarlo oltre 9mln e in seguito s’è mosso per 10mln”, è il dietro le quinte svelato da Shota Arveladze, ex georgiano con un passato proprio all’Ajax, che aggiunge un’altra società al lungo elenco di club che non ci hanno creduto fino all’ultimo.
Come si ferma Kvaratskhelia?
Pure ieri l’avversario l’ha ritenuto il pericolo pubblico numero 1, ma nonostante l’occhio di riguardo con costanti raddoppi, è riuscito a determinare. E’ lui a far partire l’azione del primo gol, lanciando Olivera nello spazio in un’azione che ricorda quella col Toro di qualche giorno fa, in seguito pennella per il secondo gol di Di Lorenzo e detta lo scambio a Raspadori per un altro grandissimo gol – il primo in Champions – prima di chiedere il cambio. L’Ajax ha provato a tradire pure il suo stile pur di fermarlo, iniziando a randellare sin dall’inizio, ma la lezione è che non conviene farlo arrabbiare. Tadic (in seguito espulso) e Rensch non sono riusciti a fermarlo, per la verità neanche ad arginarlo, e allorchè non gli hanno dato spazio se n’è aperto tantissimo per i compagni di reparto.
Spalletti ed il gioco psicologico
“Ho visto Lozano e Kvaratskhelia fare recuperi importanti, in seguito Kvara ha chiesto scusa per quei due palloni che non ha passato ai compagni. Non ce l’ho io con lui, voi ce l’avete perché lo tirate fuori dalla squadra con ‘lui è’ ‘lui è’, ma è stato bravo a chiedere scusa per non averla giorno”, le parole del tecnico in conferenza che continua in un lavoro più psicologico che tecnico, includendo nella considerazione che Kvaratskhelia chiude un’altra partita con un assist vincente, tantissimi altri non concretizzati, e solo in una circostanza s’è messo personalmente ignorando i compagni. Insomma, tutt’altro che un giocatore egoista, ma talvolta semplicemente individualista per rispondere al suo talento.
Image:Getty
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