Trentaquattromila tifosi contro il Bologna, meno di ventinovemila contro il Maccabi Haifa. Se confrontati coi dati della Champions dell’Inter, del Milan e del Napoli, la Juventus ha un problema legato allo Stadium. Ma tutto parte da una crisi di risultati, di classifica, di gioco, perché allorchè lo spettacolo c’è, il tifoso si è reso disponibile pure a un sacrificio ulteriore (a patto che i prezzi non siano eccessivamente esosi, beninteso) a ogni latitudine. E’ in questo modo nei teatri inglesi, è in questo modo pure in Italia: lo Stadium non è l’impianto più economico d’Italia ma la ragione che non muove le masse della tifoseria più numerosa d’Italia è legata al gioco più che alla crisi. A quella d’identità e risultati, perché quarantunomila non è una cifra certo impossibile da conquistare, in maggior misura se paragonata al fatto che San Siro è molte volte vicino al tutto esaurito per le partite Champions delle milanesi.
Le giocate dei campioni
Il Maccabi ha influito? Può dedicarsi. Ma pure nella gara che doveva valere la stagione, e l’auspicio di Allegri e dei tifosi della Juventus è che in questo modo non sia, non c’era il tutto esaurito. Pure contro il Benfica gli spazi vuoti erano numerosi e questa sarà a questo punto la prima grande missione della formazione del tecnico livornese. La gara di ieri in serata, per intensità, piglio, spettacolo, per un Di Maria che vale senza nessuno il prezzo del biglietto, è un grande passo in questa direzione. Vincere come caposaldo e dogma ma, possibilmente, regalare al pubblico pure giocate sopraffine. Avere dei campioni come il Fideo è certamente un passo verso questa direzione, quella di uno stadio che dovrà nuovamente riempirsi e tornare un vero e proprio fattore per la Juventus.
Image:Getty
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