“Il primo obiettivo è creare un rapporto di osmosi con la tifoseria, mi piace definirlo sinallagma d’amore. Mi interessa riportare le famiglie allo stadio, avvicinare le nuove generazioni, far sentire il tifoso parte integrante del progetto in nome di una totale discontinuità con il passato. Abbiamo un pubblico leggendario, che può decidere il destino e che rappresenta il nostro orgoglio, oltre che il dodicesimo uomo sul terreno di gioco”. Parlò in questo modo il patron Danilo Iervolino nel giorno della sua presentazione ufficiale, musica per le orecchie di una piazza che non ha mai esattamente legato con i precedenti proprietari nonostante risultati lusinghieri. E’ passato un anno da quella conferenza stampa, eppure di iniziative per avvicinare concretamente i giovani e le famiglie alla prima realtà calcistica cittadina non ce ne sono state molte. Tutt’altro. Lo testimonia la politica dei prezzi attuata per il match col Milan che inaugurerà il 2023. Includendo nella considerazione che un settore popolare è aperto solo alla torcida ospite e che la Sud è già sold out, un tifoso che vorrebbe avere comprare il biglietto dovrà partire da una cifra minima di 60 euro. Costi che diventano quasi insostenibili, in tempi di crisi economica, se un padre di famiglia vorrebbe avere coinvolgere i figli e trasmettere loro la fede granata. Se pensiamo che la Salernitana giocherà in casa tre partite in venti giorni e che all’Arechi arriveranno tutte o quasi le big, è facile prevedere che molte volte parte dello stadio accoglierà principalmente sportivi neutrali o supporter della squadra avversaria. A che pro? In merito la tifoseria si è divisa. Da un lato chi apprezza la scelta del club invocando il rispetto per gli 8200 abbonati (pure in questo caso carnet fra i più cari in Italia), dall’altro chi si dice obbligato a rimanere a casa e polemizza sui social.
A mettere tutti d’accordo potrebbe pertanto essere qualche colpo di mercato di cui la Salernitana ha nella maniera più assoluta bisogno. Difficile arrivi qualche cosa prima della partita col Milan, forse solo Zortea dall’Atalanta per colmare l’improvvisa e inattesa lacuna sulla fascia destra dettata dal ko di Mazzocchi e dalla bocciatura di Sambia da parte dello gruppo tecnico. Negli altri reparti i nomi che circolano sono sempre gli stessi: Rugani, Colley, Ceccherini e Nuytinck per la linea difensiva, Demme, Zurkowski e Bove a centrocampo, Felix e Djuric dinanzi ma il ritorno del bosniaco – caldeggiato da presidenza e gruppo tecnico – dipende dalla partenza di Bonazzoli. Viceversa l’operazione tramonta. Iervolino è tuttavia piuttosto indeciso: scommettere giovani di prospettiva o gente a titolo temporaneo forte di un +10 che non richiede rivoluzioni o andare sul sicuro e prendere gente esperta? Di certo c’è che la proprietà, in estate, potrebbe lasciar partire qualche pezzo pregiato e scegliere di rimpiazzarli con under di prospettiva. Politica legittima, ci mancherebbe. Ma un progetto che punta “all’Europa in tre anni” non può prescindere dalla riconferma pluriennale dei pezzi pregiati. Plusvalenze ok, ma c’è una grande Salernitana da costruire nel tempo per mantenere le promesse fatte.
Image:Getty
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