Venti giorni dopo l’ultima vittoria il Milan si ritrova nel bel mezzo di una crisi. La squadra di Pioli stasera all’Olimpico ha disputato una delle più brutte gare della gestione Pioli, confermando il trend di un gennaio nerissimo: 3 sconfitte e due pareggi nelle ultime cinque gare, la Supercoppa consegnata ai cugini e la Coppa Italia salutata già a gennaio. Spunti e appunti su cui Pioli deve riflettere perché nella giornata odierna il Milan, più che guardare al Napoli, deve guardarsi alle spalle. E’ tuttavia secondo in classifica, ma dopo la sconfitta di questa sera il quinto posto dista solo un punto. Per la Champions è piena bagarre e in questa bagarre c’è a pieno titolo pure la Lazio di Maurizio Sarri: bella, vincente e convincente, pure senza il suo giocatore più importante, senza il capitano Ciro Immobile.
La sfida è finita 4-0. La Lazio l’ha instradata già nella prima parte della gara e dopo l’ha chiusa dal dischetto poco dopo l’adesso di gioco, dopo l’unica vera opportunità rossonera firmata Rafael Leao. Partita non alla lettera unico, sbloccata già al quinto minuto grazie a una bell’azione in velocità innescata da Felipe Anderson, rifinita da Zaccagni e conclusa da Milinkovic-Savic solo dopo uno bellissimo velo di Luis Alberto che ha permesso al serbo di calciare indisturbato.
La reazione del Milan non c’è stata, non c’è praticamente mai stata. E al 38esimo è giunto pure la rete del raddoppio. Questa volta è stato Pedro a lanciare i compagni, a innescare Marusic che ha lasciato Dest sul posto e ha centrato il palo. Pallone dopo ribadito in rete da Zaccagni col successivo tap-in.
La ripresa è andato in scena quasi per onor di cronaca. Per ribadire il concetto. Timida reazione della squadra di Pioli in maggior misura dopo il triplo cambio, ma dopo la punizione di Bennacer e l’opportunità sull’asse Saelemaekers-Rafael Leao, la Lazio ha orchestrato l’ennesima ripartenza letale: intervento falloso di Kalulu su Pedro, rigore calciato in maniera perfetta da un ritrovato Luis Alberto. Partita finita? Tuttavia no, perché a un quarto d’adesso dal termine c’è stata gloria pure per Felipe Anderson: è stato il brasiliano a calare il poker in una gara non alla lettera unico e a mettere in evidenza tutte le complicazioni rossonere.
La classifica alla fine del girone d’andata recita in questo modo: Napoli 50; Milan 38; Inter, Roma e Lazio 37, Atalanta 35. Nemmeno il più ottimista tifoso del Napoli poteva a luglio disegnare uno scenario del genere.
Image:Getty
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