Il successo sul Milan, la seconda nel giro di tre settimane, con annessa conquista della supercoppa, il secondo posto solitario, la semifinale di Coppa Italia conquistata con il successo sull’Atalanta e gli ottavi da disputare a breve con il Porto, hanno giustamente cancato l’ambiente.
Il divario fra Inter e Milan è stato ulteriormente amplificato da una situazione che l’Inter ha vissuto a inizio stagione ma ha rattoppato, il Milan se la trova a stagione in corso e non si sa se e allorchè ne uscirà.
Questa proporzione ha fatto dire a parecchi opinionisti e convinto parecchi tifosi che lo scudetto del campionato scorso è stato perso per proprie colpe, mentre quello di questa stagione è stato smarrito dall’inizio per questioni interne. La certezza generale di molti è che l’Inter abbia la squadra migliore, persino rispetto a questo Napoli.
E’ difficile smontare un’opinione tanto popolare, perché è noto che a furia di ripetere un’idea diventa vera, a prescindere dalla ragione e gli stimoli.
Non si può dunque dimostrare il contrario ma vale il presupposto dell’istinto. E’ giudizio comune che con Conte l’anno scorso lo scudetto sarebbe stato vinto e che questa stagione l’Inter sarebbe in corsa per il titolo.
Possibile, ma vale pure la pena ricordare che con Conte l’Inter è stata eliminata due anni consecutivi ai gironi di Champions, è stata eliminata dalla Coppa Italia due volte in semifinale e ha raggiunto ma perso una finale di Europa League contro il Siviglia.
Nel complesso bene ma quell’Inter veniva dalla gestione Spalletti e due quarti posti, non dai disastri degli anni precedenti. Aveva agli ordini il miglior Lukaku e Hakimi, ma aveva mandato via Perisic al Bayern perché non lo vedeva nel 3 5 2, quasi ceduto Skriniar e messo in cantina Eriksen, anch’esso ad un passo dalla cessione.
Noi nella giornata odierna vediamo tutti gli errori di Inzaghi e gli imputiamo pure una comunicazione debole, noiosa, pedissequa. Come può un tecnico che si esprime in quel modo, caricare squadra e ambiente?
Eppure con lui sono stati raggiunti per due anni gli ottavi di Champions, vinto tre trofei e per il signor periodo il calcio mostrato è stato davvero spettacolare.
Conte veniva accusato di fare solo il 3 5 2 e fare i cambi tardivamente, Inzaghi viene accusato praticamente della stessa cosa. Uno ma ha trovato il successo lo scudetto, l’altro lo ha mancato. La differenza è ma legata al fatto che uno si è trovato al centro di un progetto senza più Lukaku, Hakimi ed Eriksen, con guai societari complessi e situazioni che noi non vediamo. Inoltre questa stagione non ha mai avuto Brozovic e Lukaku, due dei migliori calciatori e si è inventato Calhanoglu come fantasista basso, senza grandi cambi agli ordini.
Il paradosso del mio ragionamento è che non amo precisamente un allenatore come Inzaghi ma riconosco un coefficiente di difficoltà superiore a quello affrontato da Conte, il quale, una volta intravisti i guai (brillantemente aggiustati da Marotta e Ausilio) si è fatto dare una buona uscita milionaria e ha salutato senza parecchi complimenti. Forse è per tale motivo che lo scudetto perso l’anno scorso vede più colpevole chi è scappato di chi ci ha provato.
L’Inter ha portato sul terreno di gioco problemi e soluzioni che venivano da lontano e che non poteva risolvere il solo Inzaghi, con tutti i suoi evidenti difetti di gestione ( a partire dalla scarsa propensione a far giocare i pochissimi giovani in rosa). E’ la ragione per la quale Inzaghi tiene unito un team con calciatori già sicuri di lasciare a fine stagione ad altri che lo faranno quasi certamente, insieme a chi è sicuro di rimanere.
L’allenatore deve risolvere ad ogni modo un enorme problema di resa in trasferta. La differenza fra rendimento in casa e fuori è talmente plateale da rendere quasi impossibile una sola spiegazione.
Ultima fra le squadre italiane per dribbling fatti, settima in classifica nel rendimento lontano da San Siro, terz’ultima per gol presi in trasferta, dinanzi solo a Bologna e Salernitana.
Image:Getty
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