La Curva Nord di San Siro opinionista per un giorno. All’indomani dello zero a zero contro la Sampdoria, la tifoseria dell’Inter ha difatti criticato Simone Inzaghi. “Non sa motivare la squadra contro le piccole”, si legge nell’anticipazione della fanzine che sarà distribuita sabato allo stadio, allorchè i tifosi nerazzurri hanno fatto comprendere che potrebbe esservi un seguito nella contestazione al tecnico, basata evidentemente su diverse argomentazioni, tattiche e non.
Una scelta curiosa, quella della Curva Nord, specie a poche settimane dalla decisione di non contestare Skriniar. Più che comprensibile, quest’ultima, intendiamoci. In concreto, ma, non sarà protestato contro un giocatore che aveva promesso di voler essere l’Hamsik interista e viceversa partirà a zero a fine stagione. Mentre critiche durissime vengono rivolte a un allenatore che ha avuto la “colpa” di pareggiare 0-0 a Marassi. Risultato deludente, per carità, ma forse non proprio una goccia tale da far traboccare il vaso.
Piccola con le piccole? Fra le argomentazioni della curva, come detto, c’è il riferimento alle difficoltà incontrate dall’Inter con le squadre di bassa classifica. È in verità un dato di difficile, se non impossibile lettura. Nella prima parte di campionato, la formazione nerazzurra è stata tutta all’opposto: ha battuto tutte le avversarie di livello inferiore, cedendo il passo nei big match, Champions esclusa. Il 2023 si è aperto viceversa con i successi su Napoli, Juventus e Milan a cui hanno fatto da contraltare gli stop con Monza, Empoli e appunto Sampdoria. Sembrano due squadre diverse, è la stessa con un rendimento agli opposti: ad ogni modo deludente, ma capirne le ragioni diventa missione da aruspici. Un elemento, nella stagione del Biscione, rimane ma oggettivo.
Saltare l’uomo e cambiare spartito. L’Inter non ha queste qualità. È, tuttavia, una delle critiche mosse dalla curva a Inzaghi, che peraltro dopo la partita con la Samp ha spiegato di aver pensato alle tre punte a inizio secondo tempo, salvo in seguito rinunciarvi per timore di perdere ulteriormente le distanze. Che giochi bene o giochi male, che piova o faccia bel tempo, che dirimpetto ci siano il Barcellona o il Poggibonsi, l’Inter è sempre la stessa: ha un modulo intoccabile, cambi già prevedibili in partenza, un modo di stare sul terreno di gioco che muta quasi mai. Più qualsiasi cosa, non pare avere calciatori in grado di spaccare il match, di saltare l’uomo, di cambiare la storia di una serata con una giocata. Più che di Inzaghi, è un limite del team, che pare difettare di quel tipo di calciatori: persi negli anni Hakimi, Perisic e pure lo stesso Eriksen, non paiono arrivati campioni dell’uno contro uno. I numeri? In parte lo confermano e in parte lasciano il dubbio.
Image:Getty
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