Sulle parole crociate ci si imbatte molte volte nel gioco “Trova le differenze”. Proviamo a immaginarlo in ottica Salernitana e portiamo indietro la clessidra al 4 gennaio scorso. Stesso avversario, 25mila spettatori sugli spalti, ma padroni di casa che furono presi a pallonate dall’inizio finalmente e che si aggrapparono ai miracoli di Ochoa per evitare un passivo pesantissimo. Il Milan, all’Arechi, fece quasi allenamento e la rete di Bonazzoli all’86’ fu soltanto la scialuppa di salvataggio di un Davide Nicola incomprensibilmente soddisfatto: “Tutto sommato abbiamo tenuto testa a una squadra molto forte e siamo rimasti in gara fino finalmente, con un pizzico di fortuna potevamo pure pareggiarla”. Per la serie “Non sono queste le gare da vincere”, uno dei tormentoni ricorrenti nelle scorse settimane. In seguito arriva Paulo Sousa e, in meno di trenta giorni, stravolge tutto e riesce a dare una impronta ben precisa. Non capita tutti i giorni di affrontare i campioni d’Italia, reduci dalla qualificazione ai quarti di finale di Champions, con tale “spavalderia” e con un atteggiamento tutt’altro che rinunciatario. Nella prima frazione di gare le due possibilità migliori le ha avute la Salernitana, nel secondo tempo viceversa il mister ha optato con coraggio per le tre punte pure dopo il sacrosanto pareggio targato Boulaye Dia.
“Lasciamo San Siro con le lacrime agli occhi per il pareggio, ma addirittura rammaricati per non averla vinta” scrivono gli esponenti della tifoseria organizzata sui social, cartina al tornasole dello stato d’animo di una piazza che adesso sogna una salvezza in largo anticipo e che, adesso, dovrebbe rivalutare positivamente il lavoro del DS. Per De Sanctis era la prima esperienza in questa veste, fra l’altro in una società neofita e con l’ombra di un totem come Sabatini sulle spalle. Alla lunga i fatti gli stanno dando ragione. Candreva-Dia-Piatek è terzetto offensivo super per chi lotta per non retrocedere, Ochoa è una sua scelta in questo modo come Bradaric a sinistra e Sambia sulla fascia destra, senza dimenticare che Maggiore in forma può dare un grosso contributo e che, alla lunga, pure i giovani Pirola e Daniliuc stanno crescendo e offrendo prove convincenti. Se “mago” Sousa riuscisse a rivitalizzare pure Vilhena, si potrebbe parlare di un mercato di alto livello e di basi importanti poste per l’immediato futuro. Un futuro che passa dai prossimi 180 minuti. La Salernitana ospiterà il Bologna e, dopo la sosta, sarà di scena al “Picco” di La Spezia per uno scontro diretto che vale doppio. Nel frattempo il Verona, terzultimo a 19, avrà un calendario di fuoco: doppia trasferta contro Sampdoria e Juventus, dopo Sassuolo in casa e viaggio non propriamente di piacere al “Maradona” di Napoli. La sensazione è che alla Salernitana (che chiuderà a Cremona, avversario teoricamente già retrocesso) potrebbero bastare 3 vittorie nelle prossime 12 giornate per archiviare la pratica e garantirsi la terza storica partecipazione consecutiva al campionato di serie A. “Questi tifosi sono patrimonio del mondo del pallone italiano e mondiale, una componente indispensabile” ha già dichiarato diverse volte Paulo Sousa che, contratto familiarmente, potrebbe pertanto essere granata per le prossime due stagioni salvo che qualche club prestigioso non metta sul tavolo un milione di euro pagando la clausola rescissoria.
Image:Getty
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