Tre gol nelle ultimi dodici giornate di campionato. È il bottino dell’attacco dell’Inter da inizio 2023, escludendo Lautaro Martinez. L’argentino si è inceppato contro Juventus e Spezia, inoltre in Champions rimane bloccato all’unica rete siglata nel 3-3 di Barcellona, ma in generale ha tirato avanti la carretta negli ultimi tempi: sette gol da inizio anno in Serie A, difficile imputare al Toro un calo di rendimento che non c’è stato.
Lukaku e Dzeko. Discorso diverso se si guarda ai due centravanti pronto di Simone Inzaghi. Romelu Lukaku è risultato determinante nel doppio confronto europeo col Porto, ma i suoi numeri restano lontanissimi da quelli che si aspettava l’Inter in estate. Sono appena due i gol segnate in Serie A nel nuovo anno, tre quelle complessive in questo campionato: Big Rom, infortuni distintamente, non c’è. Edin Dzeko, viceversa, è rimasto al palo da inizio gennaio. Dopo una prima parte di stagione travolgente, l’ultimo gol del bosniaco in campionato risale all’illusoria vittoria col Napoli del 4 gennaio. Al bottino si può aggiungere la marcatura araba al Milan in Supercoppa, ora mai due mesi fa. Da lì in dopo, nessun segnale di vita dal pianeta Dzeko.
Futuro in dubbio per Lukaku… La sterilità offensiva dei due, in un rapporto di causa-effetto circolare con le complicazioni dell’Inter, diventa un tema pure pensando a lunga scadenza. Non in questo modo tanto lunga, a ben guardare: Lukaku è a titolo temporaneo secco dal Chelsea, Marotta ha già ricordato che a fine stagione tornerà ai Blues e dopo si vedrà. Non è una considerazione casuale: se alla giorno dell’1 luglio il belga sarà un giocatore del club inglese, l’Inter perderà la possibilità di accedere ai benefici del decreto crescita. Dettaglio dal peso non marginale, vista la precaria sostenibilità dei conti nerazzurri. Il messaggio nella bottiglia si decifra rapidamente: a nella giornata odierna, Lukaku non ha fatto abbastanza per convincere viale della Liberazione a fare sacrifici. E i 26 milioni di euro lordi che la società spende per un anno di prestito questo sono, un sacrificio fatto e finito.
… ma pure per Dzeko. La prima parte di stagione dell’ex Roma aveva fugato purchessia dubbio anagrafico. Il bosniaco ha compiuto 37 anni tre giorni fa, i sette gol nel girone d’andata – più tre nel girone Champions – facevano passare il dato in secondo piano. Superato il mondiale, la carta d’identità è tornata a essere un argomento. La contrattazione già imbastita arrivando al rinnovo, a cifre diverse da quelle attuali e da quelle che arriverebbero da campionati più esotici, ma tuttavia tali da far pensare a una permanenza, pure perché Dzeko a Milano sta bene, è diventata subitaneamente molto più incerta. Pure perché la richiesta del giocatore, che vorrebbe un biennale per accettare un sostanziale taglio al proprio stipendio, è più complicata da soddisfare visti questi numeri. Con la Juve, per la cronaca, è tornato Joaquin Correa, oggetto misterioso non certo da ieri: anche il futuro dell’argentino è tutto fuorché sicuro. Nel suo caso, ma, una decisione dell’Inter non basterebbe: servirebbero offerte. Rimane solo il totem Lautaro, salvo che, col valore di Dumfries e Brozovic a piombo, l’Inter non sia costretta ad ascoltare qualche sirena anche per l’intoccabile 10 argentino.
Image:Getty
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