“Conosco bene Batistuta e pochissimo Retegui. Dunque speriamo che il Mancio abbia ragione, di consueto lui sui giocatori ci prende abbastanza. Sarebbe un gran colpo per l’Italia dovesse questo paragone tramutarsi per la verità”. Parole e pensieri di Alessandro Bocci, prima sigilla del ‘Corriere della Sera’ che ha effettuato una disamina de per ‘Tuttomercatoweb.com’ il nuovo ciclo azzurro nel giorno di Italia-Inghilterra, prima gara di qualificazione per Euro 2024. Inevitabile partire da Mateo Retegui, la grande novità dell’ultimo giro di convocazioni. “Bisogna precisare – continua – che il ct ha riferito come il primo Batistuta, giocatore un po’ acerbo che non aveva una grande tecnica. Tuttavia Bati aveva una grande forza di volontà e con quella, con gli allenamenti e con lo strapotere fisico è diventato l’attaccante d’area forse più forte che io abbia mai visto. Per importanza in quegli anni lo paragono a Van Basten. Per la Fiorentina fu molto importante e la Roma non a caso ha trovato il successo lo Scudetto dopo il suo arrivo. Dunque me lo auguro davvero: se Retegui è forte come Batistuta, l’Italia ha risolto molti dei suoi problemi”.
Ma perché siamo arrivati alla convocazione dell’argentino Retegui?
“Quello del centravanti è un problema che va avanti da parecchi anni. Mancini sperava in Balotelli, il suo primo centravanti è stato Balo ma allorchè ha capito che con lui non si faceva un ‘pasto buono’ è andato oltre. Ma diciamoci la verità: Immobile e Belotti non sono mai stati i suoi attaccanti ideali, per Mancini Balo era l’unico con una dimensione internazionale. E dunque la ricerca è stata infruttuosa e prosegue ad esserlo. A questo punto pure con più giustificazioni: speravo molto in Scamacca che ma ha avuto un infortunio ed è alle prese con un ambientamento al West Ham un po’ in questo modo… Raspadori è forte, ma è un altro tipo di centravanti e ad ogni modo al Napoli è chiuso da Osimhen. Non è neanche facile per Mancini, sinceramente. Pinamonti pensavo potesse fare il signor percorso al Sassuolo ma per adesso non l’ha fatto. La complicazione del nove esiste e forse ha ragione Viscidi: il tiki taka penalizza i centravanti. A forza di avere il falso nove la punta non punta più il primo palo e non vede più la porta. Manca di quel sano egoismo che deve avere un numero 9 perché nella giornata odierna deve in maggior misura legare il gioco. Si parla tuttavia di un tiki taka eppure pure Guardiola non fa più: nella giornata odierna il suo City ha Haaland, si getta la palla su di lui che prova a far gol”.
A eccezione di Retegui, contro l’Inghilterra ci sarà un undici composto per la maggior parte da chi 20 mesi fa ha trovato il successo l’Europeo
“Mancini ha fatto parecchi esperimenti, qualcuno è andato bene… Nella giornata odierna mancherà Raspadori che ad ogni modo all’Europeo c’era, Dimarco senza infortunio con tutta probabilità avrebbe giocato. Dovrebbe esserci Pellegrini, che ad ogni modo all’Europeo ci sarebbe stato senza quell’infortunio. Tuttavia contiamo in seguito pure le altre assenze: con tutta probabilità con Chiesa e Immobile, pure loro out per infortunio, sarebbe stato undici su undici di giocatori che hanno vinto l’Europeo. La verità è che Mancini è tornato al punto di partenza perché certi ruoli vengono a mancare. Dopo l’Europeo pensavo Acerbi sarebbe stato superato dai ragazzi e viceversa non è in questo modo, domani guiderà la linea difensiva. E speriamo stia pure bene. Il ricambio non è facile. Finalmente si fanno giustamente parecchi discorsi sul provare i giovani, ma con l’Inghilterra non puoi fare esperimenti e dunque giocano i migliori. E i migliori nella giornata odierna sono tuttavia loro”.
Image:Getty
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