Il giornalista David Hytner è l’inviato del prestigioso tabloid The Guardian inviato al seguito dell’Inghilterra a Napoli per la gara contro l’Italia. Con lui abbiamo analizzato il nuovo ciclo della nazionale inglese e non solo
Qual è stata l’evoluzione dell’Inghilterra dopo l’ultimo Mondiale?
“Ci aspettavamo esattamente la stessa squadra che ha giocato contro la Francia nel quarto di finale, quella partita è in questo modo recente che non c’era la sensazione di avere abbastanza tempo per evolvere. Ma simultaneamente siamo molto emozionati nel vedere i nuovi giovani calciatori che si stanno imponendo: penso a Bellingham, Saka e Foden. C’è dopo Reece James che è tuttavia indietro: lui ha saltato l’ultimo Mondiale per infortunio e non mi aspetto che nella giornata odierna possa partire dall’inizio. Ci sono molti nuovi volti che hanno sostituito gli infortunati, ma la verità è che non sappiamo quale sarà il nuovo assetto della nuova generazione della squadra. Morgan Gibbs-White del Nottimgham Forest e Harvey Elliot del Liverpool sono due giovani su cui si ripongono grandi aspettative, ma la squadra è la squadra e questa è tuttavia la squadra del Mondiale. La speranza è che dopo aver raggiunto semifinali, finali e quarti di finale da Russia 2018 in dopo, adesso si possa fare lo step successivo, ovvero vincere”.
E in questo senso, qual è la posizione di Southgate?
“Lui sarà il condottiero di questo quarto tentativo. Credo lascerà dopo l’Europeo, ma la speranza è che possa lasciare la guida dell’Inghilterra con l’affermazione di un grande torneo. Ci manca dal 1966…”
Cosa pensa dalla nuova Italia?
“La nuova Italia è interessante perché guardandola da fuori non vediamo grandi stelle. O meglio, di certo riconosciamo campioni come Donnarumma, incredibile in finale a Wembley. Di certo l’Italia produce sempre ottimi giocatori di difesa e giocatori di centrocampo tecnicamente bravissimi, oltre a calciatori di personalità come Verratti. Ecco, lui forse per i nostri canoni è davvero una grande star come pure Chiesa, assente ma per infortunio. Tuttavia l’Italia è più forte come squadra che come singoli e Mancini – conclude – rimane un allenatore top”.
Image:Getty
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