Il patron del Milan, Paolo Scaroni, presente all’evento “Le fusioni e le acquisizioni in Italia, i grandi investitori, le aree interessate e i protagonisti del settore“, organizzato da Il Sole 24 Ore, ha disquisito di vari argomenti, partendo dal passaggio del club rossonero da Elliott a RedBird: “Elliott si è trovato proprietario del Milan perché aveva prestato del denaro al vecchio azionista, non aveva perseguito l’acquisto del Club; ce l’aveva in garanzia. Dopo ha affidato a dei professionisti il riportare il Milan ad un equilibrio economico e dopo sportivo e tutto questo c’è riuscito in maniera insperata, in maggior misura per i risultati sportivi. Il mio merito per lo Scudetto è zero: è giunto perché sono brave le persone che vi lavorano. Dal giudizio economico abbiamo fatto bene. Ero nel Consiglio del Milan con Yonghong Li per tutelare i soldi prestati da Elliott; all’epoca fatturavamo meno di 200 milioni, mentre quest’anno ne fatturiamo 350. Elliott ne è uscito soddisfatto, realizzando un profitto tipico di quel che fanno gli hedge fund e vendendo il Milan ad un fondo con obiettivo diversi, professionista dello sport, con in mente interventi e azioni di crescita per il Milan diversi da Elliott. È una nuova fase. Ci sono tutta una serie di professionisti intorno a noi che ci aiutano. Guardiamo al futuro con ottimismo. Nel calcio ci sono due montagne da scalare contemporaneamente: quella dei risultati sportivi e quella dei risultati economici, che sono collegate fra loro e fra le quali bisogna tenere equilibrio”.
State andando avanti con i ragionamenti sui diritti tv in Lega?
“Io concordo che l’ideale sarebbe non vendere un bel nulla, ma che fossimo noi a gestire i nostri clienti. La Lega Calcio per decenni dava i diritti televisivi ad un signore che si occupava tutto il possibile, per questo addentro della Lega non c’è questa competenza. Per ragioni storiche e logiche, la Lega ha una governance talmente complicata che non è facile comprendere come intervenire su questi temi. Nemmeno io son qui che sogno l’ingresso dei fondi… Saltuariamente mi auguro che l’ingresso di qualche fondo, magari con un prestito, sia un catalizzatore per farci dare una governance più semplice rispetto a quella con cui conviviamo da parecchi anni”.
Come procedono le valutazioni sul nuovo stadio?
“Avere un azionista americano crea un problema di traduzione delle nostre abitudini non da poco. Faccio fatica a spiegare le dinamiche italiane sullo stadio a chi non le vive. Allorchè dopo è tutto apposto c’è il ricorso al TAR e i tempi sono incredibili. È da 4 anni che parlo di stadio e pure le cose ovvie diventano temi di dibattito. Perché non si può ristrutturare San Siro? Ma di cosa parlate? Non è la Scala del Calcio, ma è una cosa vecchia e obsoleta. Avete mai visto gli stadi moderni? Perché non si può ristrutturare San Siro: Milan e Inter giocano tante gare e come si fa a fare mega lavori di ristrutturazione in uno stadio in cui ogni 3-4 giorni entrano come minimo 50mila persone?! Dopo, purtroppo, vicino a Milano non c’è uno stadio in cui poter giocare nel periodo necessario ai lavori. Non possiamo, per questo, ristrutturare San Siro e intorno a questo c’è un dibattito che prosegue pure nella giornata odierna e io lo trovo incredibile. Se superassimo questa fase si potrebbe entrare nel mondo del fare. Abbiamo una legge per fare gli stadi: con questa legge non faremo un accidenti di nulla. Serve una legge di emergenza che ci faccia superare questi ostacoli e avremo sempre stadi vecchi, obsoleti e pericolosi. Gli stadi devono essere belli, illuminati e pieni. Pure lo stadio gioca un ruolo per attirare pubblico televisivo. Il Milan ha 500 milioni di fan nel mondo, ma io voglio che un cinese di Shangai, non tifoso del Milan e dell’Inter, dica: ‘Oh quanto è bello, mi guardo Milan-Inter perchè mi diverto’. Noi dovremmo fare come la Premier: assistere ad uno spettacolo, lo stadio è un pezzo dello spettacolo, come si gioca è un pezzo dello spettacolo. In questo modo si avrebbero entrate per rendere competitivo il nostro calcio”.
Cosa pensa in merito ai quarti di Champions contro il Napoli?
“La previsione sulle gare non fa parte del mio repertorio. Eccezionalmente, andrò a vedere Napoli-Milan in trasferta… Non vado neanche a Inter-Milan, perché non mi va di vedere questi colori che non mi sono familiari”. Gli risponde De Laurentiis: “Pure io non andrò a Milano”.
Image:Getty
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