In una notte in questo modo, un richiamo alla dura realtà è doveroso oltre che inevitabile. Bisogna essere lucidi e dichiarare alla frontiera della critica e del tifo la seguente realtà: il Milan di questa stagione, senza alcun contributo tecnico dal mercato estivo, è andato oltre i propri mezzi arrivando fino alla semifinale di Champions league. Ha sfruttato il suo smalto migliore nei due snodi precedenti, contro Tottenham e Napoli, ed è giunto all’appuntamento dell’euro-derby con le pile scariche e in maggior misura disarmato nel reparto avanzato. Già perché nel frattempo, al modesto stato della condizione atletica di Giroud e di Diaz, si è aggiunto l’insulto muscolare di Leao. Detto molto francamente: avrei evitato tutta quella inutile e un po’ surreale narrazione opportuno delle possibilità di recupero da parte del portoghese. Sa di calcio provinciale. L’intento era quello di creare una sorta di suspence fra i rivali.La verità è che ha finito per scavare insicurezze e angoscia fra le proprie truppe.
Si è visto chiaramente che il Milan, appena entrato sul terreno di gioco, era insicuro, timoroso, impacciato, slegato nei reparti. E si è fatto sorprendere dal primo angolo con una marcatura molto discutibile (Calabria sullo spilungone Dzeko) per in seguito cadere nella trappola tesa da Simone Inzaghi che ha puntato tutto su un solo schema: appena giocatori di difesa e giocatori di centrocampo hanno guadagnato palla hanno optato per i lanci a favore degli attaccanti valorizzando la tecnica cristallina di Dzeko e gli inserimenti di Mikhitarian.
Più forte- L’ha riferito Alessandro Nesta al termine della gara: “Il Milan ha incontrato una formazione più forte ma non è finita”. Bisogna aggiungere pure più strutturata,rigenerata fisicamente nel mese di aprile (pur avendo giocato 2 gare in più, le due semifinali di coppa Italia), grazie a una rosa più grande e di maggiore qualità, recuperando preziose forze con Lukaku, Brozovic e Lautaro rifioriti. Prima della sfida l’ha spiegato bene pure Paolo Maldini: “Non siamo tuttavia pronti per stare stabilmente a questi livelli ma questa è una grande opportunità che non si può perdere perché, come ho spiegato alle due proprietà americane che si sono succedute, il Milan e Milano sono due attori speciali”. Certo, dalla prova di mercoledì notte, il Milan di dieci giorni prima avrebbe potuto e dovuto fare in maggior misura. Ma è mancato l’attacco e dopo l’infortunio toccato a Bennacer, uno dei più importanti nel costruire gioco offensivo, il vuoto è diventato tuttavia più evidente. Mi sono paiciuti come al consueto Tonali, Messias e Origi allorchè è entrato. Forse è il caso di concedergli più minuti e maggiore fiducia.
Image:Getty
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