Gli unici volti nuovi nel ritiro di Rivisondoli, ad nella giornata odierna, sono…i tifosi. Già, perchè in casa Salernitana il mercato procede piuttosto con lentezza. Se è vero che Paulo Sousa può contare su una base decisamente più solida rispetto a quanto accadde al suo predecessore esattamente un anno fa, è altrettanto vero che il trainer portoghese ha chiesto rinforzi. Un metodista centrale, un trequartista che sappia agire pure da mezzala, due di esterni alti e un centravanti sono le priorità, senza dimenticare che le partenze quasi certe di Bonazzoli e Valencia costringeranno la società a rivoluzionare un attacco che, da qui a 8 giorni, potrebbe perdere pure Dia se arrivasse l’offerta da 25 milioni di euro da contratto irrifiutabile. Per a questo punto, in Abruzzo, ci sono i giocatori che la scorsa stagione hanno centrato l’impresa salvezza senza Pirola, Lovato, Botheim, Ochoa e Lassana Coulibaly che si aggregheranno in un secondo momento. Per rinforzare numericamente il gruppo sono stati aggregati giocatori in uscita come Mamadou Coulibaly, Mantovani, Motoc e Boultam , mentre restano fuori rosa Orlando, Simy e Kristoffersen che, nelle prossime ore, potrebbe tornare alla Virtus Verona l’intero cartellino. Ma cosa frena il mercato granata? C’è chi dice le diatribe fra la società e parte del mondo dei procuratori, chi teme un ridimensionamento del budget, chi viceversa spera che tutto sommato dietro le quinte ci siano trattative in fase avanzata che vanno soltanto sbloccate dal patron.
Di certo c’è che un ritiro ha senso se l’allenatore può lavorare con la squadra che affronterà il campionato e, con Sepe e Bonazzoli ai margini, 4-5 sicuri partenti e la grana Dia bisogna lavorare fra mille incognite. Senza dimenticare che Fazio è fermo, praticamente, da gennaio e che Maggiore dovrebbe andar via come detto da De Sanctis in conferenza stampa. La piazza attende, con fiducia. In una settimana 5400 persone hanno sottoscritto l’abbonamento pur con qualche problema logistico-organizzativo che ancora fa storcere il naso. L’obiettivo 12mila, quota minima fissata da Iervolino, è tuttavia lontano. Per scaldare la piazza servono iniziative, settori popolari aperti (e la tifoseria sta contestando l’amministrazione comunale a suon di comunicati durissimi) e qualche innesto di valore, non necessariamente giovane o “scommessa”. Pure nel reparto arretrato, laddove tenere gli stessi giocatori può essere un rischio dal momento che la Salernitana ha chiuso con una delle peggiori retroguardie d’Italia per numero di gol subite. Intanto smentite dal club le piste Niang, Verde e Sansone, si prova a chiudere per Ranocchia mentre per Miretti e Piroe i tempi potrebbero allungarsi. Paulo Sousa aspetta e, intanto, lancia qualche frecciata dal ritiro di Rivisondoli disquisendo di “seminatori d’odio”. Una generalizzazione che a parecchi non è piaciuta. Perchè pensare che il mister, in presenza di “offerte da tre squadre italiane, altre straniere, alcune dall’Arabia e altre tuttavia dal Qatar” abbia scelto Salerno è tesi che non ha convinto tutti. In maggior misura se, quattro giorni dopo aver promesso la permanenza dinanzi a 10mila persone, si incontra in gran segreto il Napoli, avversario storicamente rivale. L’accordo lo prevedeva, certo, e “la stessa società ha depositato il rinnovo il 10 giugno e non un mese prima, allorchè battendo i bergamaschi ci siamo salvati”, ma associare la parola “odio” al calcio e puntare il dito, generalizzando, contro la stampa è un qualche cosa che va evitato. In maggior misura allorchè è stata semplicemente raccontata la verità.
Image:Getty
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