Gianluca Petrachi, noto DS in attesa di una chiamata, nel corso dell’intervista esclusiva concessa a Tuttomercatoweb.com ha disquisito pure della Juventus, della conferma di Massimiliano Allegri e dell’arrivo di Cristiano Giuntoli: “Innanzitutto, sono contento che ci sia andato Cristiano, che è un collega e un amico, oltre che un vero direttore sportivo. Come pure sono soddisfatto che sia andato Meluso al Napoli, un altro direttore sportivo. Sono figure che servono in un club, a prescindere da tutto. La Juve si è messa dentro uno che ha fatto la gavetta, conosce il mestiere, la gestione dello spogliatoio: se gli daranno ascolto, Giuntoli può cambiare come minimo una tendenza, a livello di programmazione e visione di calcio. Magari tornando a fare un calcio più sostenibile e prendendo qualche giovane sconosciuto che possa in seguito diventare colonna portante del club”.
Per questo ha fatto bene a lasciare Napoli, dopo uno scudetto?
“Il Napoli ha fatto qualche cosa di straordinario, sia Spalletti che Giuntoli sono stati bravissimi a gestire la situazione interna. Si sapeva che c’erano ad ogni modo delle frizioni nella gestione, sarebbe ipocrita negarlo. Uno è andato da una parte e uno dall’altra, credo ci sia stato un cambiamento radicale in società. Mi auguro ma per il Napoli che si tratti di una delle più belle scelte di questa stagione, e che continui a primeggiare e a giocarsi qualche cosa, magari pure in Champions. Perché vedere parecchi napoletani a seguire la squadra con quell’affetto, da tifoso, è molto affascinante. Ti riconcilia col calcio. Ben venga che il Napoli continui a stare lì dinanzi”.
Dunque, la Juventus con Giuntoli e il Napoli con Meluso hanno fatto le opzioni giuste?
“Penso di sì, perché ogni tanto la figura dello scout viene ampliata e io non sono d’accordo. Lo scout deve andare a giro a cercare calciatori, vedere pure gli allenamenti, mentre il direttore deve fare il direttore: provare a gestire lo spogliatoio, le grane, i problemi col tecnico, tutte cose che uno scout non può fare. È come se uno entra in sala operatoria e ci sta il medico, in seguito ma si chiede al ferrista di fare l’intervento. Non funziona in questo modo, ci sta il medico, il ferrista, l’infermiere. Chiedere allo scout di fare pure il direttore sportivo è una forzatura.
Ma al di là della difesa della mia categoria, è importante che si mantengano certi equilibri. In seguito va vista la bravura del direttore sportivo nel creare la squadra, fare spogliatoio, quello dipende dalla sua bravura. Ma non si può prescindere dall’amico dell’amico, da ciò che conosce quello… già fa fatica chi nel calcio ci sta da 40 anni, ci sta qualcuno che è giunto l’altro giorno. In seguito è corretto che ci siano strumenti come gli algoritmi che ti aiutano nella valutazione del giocatore, ma è il direttore, col patron e l’amministratore delegato, che decide le sorti di un club. Allorchè il calcio si struttura in questo modo, è vincente. Lo dice il campo, ne è testimone palese il Napoli dell’anno scorso: Giuntoli e Spalletti hanno camminato insieme, con l’aiuto di scout, ma le sorti le hanno decise loro”.
Image:Getty
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