Il caso Spalletti è giunto nelle stanze della politica, diventando argomento di dibattito trasversale, pure all’interno della maggioranza. Il punto inamovibile di De Laurentiis, che vorrebbe avere il rispetto degli accordi sottoscritti con il suo ex allenatore dinanzi ad avvocati e sindacati, ha attraversato i confini del dibattito calcistico. Una storia che rimanda non solo alla gestione complessiva del mondo del pallone italiano ma pure all’idea per cui, in uno dei settori più importanti dell’economia nazionale, sia indispensabile avere come stella polare il diritto.
Ne ha disquisito a Radio Punto Nuovo l’ex senatore Gaetano Quagliariello, patron uscente del Club Napoli Parlamento che sulla sua passione azzurra ha scritto pure un libro «Scusa papà ma tifo Napoli». Quagliariello ha citato un esempio storico per raccontare il suo pensiero: “Questa situazione pare quasi la vecchia Unione Sovietica, ove lo Stato interviene e prova a scavalcare una norma liberamente inserita in un accordo privato. Nel calcio bisogna riportare il rispetto dello stato di diritto e dei contratti. È corretto essere riconoscenti a Spalletti ma non si può pretendere di ignorare quanto pattuito nero su bianco. Al limite si può fare un appello al patron del Napoli, chiedendoglielo per favore, senza pretendere niente. Il Napoli non ha sostenuto nessuna guerra alla Figc, il nostro Paese non ci fa una bella figura nell’attaccare De Laurentiis e la sua posizione. A Spalletti è stato concesso un anno di riposo a rispetto di una condizione, quella di pagare una penale in caso di squadra da dover allenare. Adesso non ci sta ragione al mondo perché questa clausola non venga rispettata da chi è interessato a Spalletti, sia questo un club o la Nazionale”, le parole riporta dal Corriere della Sera.
Il senatore Paolo Marcheschi, responsabile del Dipartimento sport di Fratelli d’Italia, promuove la linea del dialogo: “Assecondare una logica di partita, ingaggiando nel caso specifico l’ex allenatore del Napoli su cui pende una penale, rischia di inaugurare l’imminente campionato di serie A fra polemiche e tribunali. Va per questa ragione privilegiato il dialogo, unica strada sia per risolvere l’urgente nodo del prossimo ct sia quello più generale del rafforzamento e rinnovamento del sistema calcio in Italia”.
Image:Getty
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