Sandro Tovalieri, intervenuto a Guelfi e Ghibellini su TMW Radio, ha ricordato Carlo Mazzone, scomparso nella giornata odierno a 86 anni.
“Ho appreso la notizia da voi, sono dispiaciuto e rammaricato perché se ne va un’istituzione del mondo del pallone italiano e non solo. Carlo Mazzone per me a Cagliari è stato come un padre, era un uomo onesto, leale, forse in certi atteggiamenti poteva sembrare burbero ma non lo era affatto. Conosco parecchi miei colleghi che lo hanno avuto come allenatore e non ho mai sentito una parola brutta. Mi auguro che domani la Federazione possa omaggiarlo nella giusta maniera perché è stato una figura importante che rappresenta e rappresenterà sempre il nostro calcio fatto di valori e romanticismo. Un uomo che ha messo d’accordo tifoserie intere, apprezzato pure dagli avversari e rispettato da tutti. Dovevo andarlo a trovare a settembre per onorare una promessa purtroppo non sarà più in questo modo e me ne dispiace molto”.
La carriera di Mazzone.
Dopo una carriera da giocatore, passata per la maggior parte del tempo con la casacca dell’Ascoli, Carlo Mazzone ha intrapreso quella da allenatore, iniziando proprio dai bianconeri e rimanendo su quella panchina dal 1968 al 1975, anni nei quali portò l’Ascoli dalla Serie C alla Serie A. Nella stagione 1975/76 è in seguito passato alla Fiorentina, ove è rimasto per due anni e mezzo, prima dell’esonero nel gennaio del 1978, ma l’anno successivo è subito tornato in pista al Catanzaro.
Nel gennaio del 1981 il ritorno all’Ascoli ove è rimasto fino all’ottobre del 1984. In seguito un anno al Bologna e la parentesi al Lecce, ove ha raggiunto un’altra promozione in Serie A. In seguito il Pescara e il Cagliari, fino alla grande opportunità della sua vita, quella più voluta, alla Roma, squadra per la quale non ha mai nascosto il suo amore e il suo tifo. Dopo tre anni, nei quali ha conquistato l’ammissione in Coppa UEFA, è in seguito tornato a Cagliari, prima di sedere, in ordine, sulle panchine di Napoli, Bologna e Perugia. In seguito il Brescia, con Roberto Baggio come protagonista e la corsa sotto la curva dell’Atalanta, nel derby, che resterà per tutto il tempo nella storia del mondo del pallone italiano. Per concludere tuttavia Bologna e chiusura di carriera al Livorno.
Image:Getty
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