L’uomo che manca. Mattia Zaccagni, fra i big della Lazio, è l’unico che tuttavia deve accendersi e lasciare il segno in campionato. Luis Alberto sta trascinando da leader la squadra, Immobile è andato in gol un gol e colpito due traverse, Felipe Anderson a Napoli è stato devastante. E l’arciere? Al Maradona è salito in cattedra a metà secondo tempo, dopo la rete annullatogli per fuorigioco. Troppo poco ma per un giocatore che l’anno scorso è stato l’ago della bilancia quasi ogni domenica. Le attenuanti ci sono, perché le gambe sono imballate e l’intera squadra, in questo avvio, non ha aiutato molto i tre attaccanti. Piuttosto, il più delle volte sono i tre dinanzi che hanno dovuto ‘sprecare’ forze per ripiegare nella propria metà campo. Nessun allarme, per questa ragione. E dopo i segnali lanciati a Napoli sono incoraggianti, dimostrano che Zaccagni è in crescita e che, verosimilmente dopo l’esperienza con Spalletti in Nazionale, riprenderà a saltare avversari come birilli. Creando superiorità numerica e possibilità a raffica.
Per lui deve essere la stagione della consacrazione. Dopo la gavetta e l’esplosione col Verona, Zaccagni si è affermato alla Lazio. A questo punto ci sta la Champions e ci sta la missione più complicato: confermarsi su livelli altissimi, come quelli dell’anno passata, chiusa con 10 gol e 7 assist. Parallelamente vanno avanti i discorsi con Lotito per il rinnovo del contratto, attualmente prossimo al termine nel 2025. “Abbiamo iniziato a parlare con Lotito, ma ora – disse a inizio agosto il suo agente Mario Giuffredi – il patron ha parecchi impegni. Ha i suoi tempi e non è facile effettuare il rinnovo de in fretta, in maggior misura se è una contrattazione delicata come questa. Vorremmo rimanere alla Lazio, vediamo se si riuscirà a chiudere questa operazione”. Certo è che se Zaccagni tornasse a incidere come prima, sicuro la contrattazione sarà più veloce.
Image:Getty
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