Poteva finire malissimo, un altro passo falso poteva essere l’assist per un immediato ribaltone. Poteva già chiudersi un capitolo e viceversa il Napoli di Rudi Garcia, in un momento già delicatissimo, ha sfoderato la migliore prestazione fin dal momento in cui il manager francese ha preso il posto di Luciano Spalletti. L’Udinese che evoca dolcissimi ricordi questa volta ha regalato ai campioni d’Italia un successo che ha il sapore della liberazione
Al Maradona è finita 4-1, vittoria netta e meritatissima contro un’Udinese che ha confermato pregi e difetti già visti contro la Fiorentina. In maggior misura, prosegue a non trovare la rete coi suoi attaccanti.
Tutti gli occhi questa sera erano puntati su Victor Osimhen. Dopo aver minacciato tramite il suo procuratore di adire le vie legali per un video mal postato, dopo aver battibeccato con Rudi Garcia a favor di telecamera, l’attaccante nigeriano è tornato sul terreno di gioco a vestire i panni del trascinatore. Non era scontato, come pure non era scontata la leadership mostrata da Piotr Zielinski nella prima parte della gara del Maradona, ciò che ha indirizzato l’incontro. Al 19esimo, dopo un rigore assegnato per fallo di Ebosele su Kvaratskhelia, il giocatore della zona centrale del campo polacco s’è preso un pallone pesantissimo, s’è sostituito dal dischetto a Osimhen che aveva sbagliato a Bologna e ha spiazzato Silvestri con un penalty glaciale, rasoterra e a fil di palo.
Il Napoli ha creato possibilità su possibilità. L’Udinese ci ha provato in ripartenza ma fino al guizzo di Samardzic non è andato mai oltre le conclusioni dalla distanza, in maggior misura con Payero e Lovric. Poco, troppo poco per impensierire un Napoli che ha lasciato qualche spazio in transizione ma s’è difeso bene con Ostigard e Natan. Un Napoli che ha saputo combattere e aggredire una partita virtualmente chiusa già a fine primo tempo: con l’uomo più atteso, con la conclusione di Victor Osimhen che al 39esimo su suggerimento di Politano è scattato sul filo del fuorigioco e ha ritrovato la rete.
L’ha ritrovato pure Kvicha Kvaratskhelia, 192 giorni dopo l’ultima volta. La punta georgiano ha disputato una gara di grande impeto, non s’è arreso dopo un palo clamoroso e al 74esimo con un delizioso scavetto su Silvestri ha trovato una marcatura che scaccia paure e fantasmi.
La rete del 3-0 è stato ciò che ha messo al sicuro il successo ma non ha fatto calare il sipario sulla giostra del gol. Il gol del 3-1, firmata Lazar Samardzic, è un autentico capolavoro, figlia di una serpentina maradoniana. La rete del 4-1, firmato Giovanni Simeone, arriva dalla testa di un centravanti che poco dopo l’a questo punto di gioco ha preso il posto sul terreno di gioco di Victor Osimhen. Ma questa volta a differenza di tre giorni fa nessuna polemica del bomber nigeriano, al massimo un gelido abbraccio con il tecnico prima di accomodarsi in panchina. Che sia l’inizio di una nuova storia?
Image:Getty
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