Prima la Juventus, dopo il Napoli e a questo punto l’Inter: il Bologna di Motta ha fermato tutte le grandi che ha incontrato in questo campionato. Fa eccezione solo il Milan, affrontato alla prima giornata di campionato, con una rosa tuttavia in fase di costruzione. Il 2-2 conquistato ieri in remuntada a San Siro, dirimpetto a quell’Inter che vista in Champions faceva paura, non può conseguentemente essere solamente frutto del caso.
Fin dal momento in cui Motta siede sulla panchina del Bologna, i rossoblù hanno molte volte sfoderato prestazioni degne di nota contro le cosiddette big del nostro campionato, tanto da arrivare, nella giornata odierna, a non stupirsene più. Ieri al Meazza, con 3.000 tifosi al seguito, il Bologna ha palesato di nuovo di avere un’identità ben chiara e di trovare – parole dei protagonisti – la propria forza nel gruppo. La capacità di coesione e la concentrazione di restare in partita nonostante 2 gol subiti al pronti via (11 e 12′ del pt) sono sinonimo di una formazione consapevole delle sue forze, fatta di individualità di talento mixate con la giusta ricetta dal proprio allenatore.
Né l’avversario né gli ostacoli del campionato – leggere alla voce infortuni – sembrano difatti spaventare i felsinei che nelle prime 8 di campionato hanno perso solo alla prima, proprio contro il Milan. Dopo cinque pareggi e due vittorie, di cui tre risultati utili ottenuti contro Juve, Napoli e Inter. Di mezzo gli stop di Saelemaekers, Posch, Lucumí e Kristiansen, dopo il riadattamento di Calafiori centrale a quattro, la rinascita di Lykogiannis e De Silvestri, l’equilibrio di Aebischer e la nuova faccia di Orsolini, a questo punto più che mai immagine e “piede caldo” di questo Bologna. Rileggendo i dati viene conseguentemente da pensare che dopo lunghi sforzi niente in questa squadra é lasciato al caso.
Image:Getty
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