La notte del Milan contro i francesi di Parigi è nel segno forte dell’assonanza con le tre parole che, da secoli, sono il motto del popolo d’oltralpe: nulla Liberté, Égalité, Fraternité, ma Mentalité, Volonté, Olivier. Perché è con queste tre chiavi che la squadra di Pioli ha battuto il Paris Saint-Germain, ribaltando, con i gol di Leao e Giroud, l’iniziale vantaggio firmato da Skiniar e rimettendosi in pienissima corsa per l’ammissione agli ottavi di Coppa Campioni.
Mentalité e Volonté
I rossoneri venivano da un mese difficile: zero vittorie dopo quella di Genova del 7 ottobre, la brutta figura in quel di Parigi, il brutto secondo tempo di Napoli e la prestazione oscena contro l’Udinese di sabato. E dopo è arrivata la magia della Coppa Campioni, costellata da un San Siro magnifico per colori, decibel e sostegno, pienissimo e gioioso dopo i fischi dell’ultimo match e, con essa, tutta la voglia e la mentalità di un team di ragazzi che Pioli ha definito come “il migliore che abbia mai allenato”. D’altronde, ci vorrebbe avere volontà per ripartire dopo i fischi assordanti subiti dal proprio San Siro, ci vorrebbe avere volontà per rimettersi a lavorare, per ricompattarsi e ci vorrebbe avere mentalità per ribaltare un match contro una formazione molto forte, ribattendo colpo su colpo allorchè c’era da attaccare (la prima frazione di gara è stato bellissimo, con azioni da una parte e dall’altra a grande velocità e con grande qualità) e difendendosi con ordine e disciplina nel secondo tempo, allorchè il PSG di un fantasmico Mbappé ha provato a rifarsi sotto.
Olivier
Giroud, l’incontro winner, per citare tutti: chi più chi meno era stato messo sotto accusa. E tutti, Pioli compreso, hanno dato ieri in serata grosse risposte: il 9 ha sovrastato Skriniar in concomitanza del gol su assist perfetto di Theo Hernandez, Leao ha giocato una gara da top player assoluto impressionando il collega Mbappé, Loftus-Cheek ha letteralmente dominato il campo con la sua prestanza fisica e le sue galoppate, Musah e Reijnders si sono ottimamente disimpegnati nel dividersi la zona centrale del campo del 4-2-3-1, Calabria e Tomori sono stati sempre perfetti nella marcatura dei loro fortissimi rivali. E da tutto ciò, dunque, che il Milan riparte: grazie al gol di Olivier sì, ma con la giusta mentalité e la giusta volonté.
Image:Getty
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