Il commissario tecnico della Slovacchia Francesco Calzona ha conversato nell’intervista concessa a Tuttosport del suo approdo alla panchina della selezione centro-europea partendo dalla telefonata che ha fatto partire i contatti con la federazione: “Ero fermo a un distributore di Arezzo, vicino a casa mia. Con Marek eravamo rimasti in contatto dai tempi di Napoli, ma non avrei mai pensato che mi domandasse: ti interessa allenare la Slovacchia?”.
Attimo di pausa e dopo?
“Ho detto a lui: finisco di far gasolio e ci penso. Per la verità l’ho richiamato già dopo dieci minuti. Era una proposta alla quale non potevo dire no. Mi mise in contatto con la Federcalcio slovacca e dopo non lo sentii più fino a allorchè non firmai l’accordo. Il bello di Marek sta pure nella sua discrezione, nel suo spessore umano. Del suo lato calcistico penso sia persino inutile, pleonastico parlare. Era fortissimo, ha raccolto meno di quanto avrebbe giusto. Poteva molto bene giocare in un top club: Barcellona, Real Madrid, Premier League…”.
I dirigenti della Federcalcio slovacca le avevano chiesto solo l’ammissione o pure di portare il signor tipo di calcio, una folata di novità?
“Prima qualsiasi cosa mi hanno chiesto di inserire nel gruppo disciplina e professionalità. Certo, prima di firmare l’accordo mi hanno chiesto pure della mia filosofia di gioco. Quanto al risultato sapevano che oltre al Portogallo nel girone avevamo squadre come Bosnia, Islanda, lo stesso Lussemburgo che è in grande crescita e non era in questo modo scontato lasciarcele tutte alle spalle”.
Image:Getty
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