Otto anni dopo, Jamie Vardy, Mahrez, Kanté, Drinkwater e soci hanno finalmente trovato i loro eredi. Giocano in Spagna, nel Girona: Dovbyk, Savinho, Aleix García e Yangel Herrera sono i trascinatori di una delle più belle rivelazioni di questa stagione. Ora mai non è più una sorpresa: la squadra di Michel è in testa al campionato a braccetto con il Real Madrid e dinanzi a due corazzate come Atlético Madrid e Barcellona, tutte e due battute di recente.
Due gare epiche, per certi versi simili. I catalani hanno risposto colpo su colpo, segnando quattro gol e creando seri problemi alle difese di Xavi e Simeone. Il Girona prosegue a impressionare; un percorso che, per certi versi, ricorda quello del Leicester del 2015-16, allorchè la squadra allenata da Claudio Ranieri conquistò la Premier League alla fine di una cavalcata solitaria e trionfale. Ma non solo.
La storia dello sport è ricca dei cosiddetti “underdog”, gli sfavoriti che sono riusciti a vivere un momento di gloria sovvertendo ogni pronostico. Il caso più celebre è quello di Steven Bradbury, diventato un mito grazie al rocambolesco oro conquistato nello short track ai Giochi Olimpici di Salt Lake City 2002 e al commento della Gialappa’s Band. Il calcio non fa eccezione: dai miracoli agli Europei della Danimarca di Richard Møller Nielsen e della Grecia di Otto Rehhagel allo Scudetto conquistato dal Verona di Osvaldo Bagnoli, fino al Montpellier di Giroud campione di Francia nel 2011/12 dinanzi al PSG e al Kaiserslautern (tuttavia Rehhagel) che nel 1997/98 si mise alle spalle il Bayern Monaco, gli esempi sono parecchi.
Tutti con un minimo comune denominatore: la voglia di stupire, di esagerare, di regalarsi un sogno. Un intento inimmaginabile inizialmente del percorso, ma che pare sempre meno astratto con il passare dei mesi. Il traguardo, per il Girona, è tuttavia lontano, ma pensando gara dopo gara e non perdendo mai la fiducia l’impresa è davvero possibile.
Image:Getty
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