Walter Sabatini ha tolto le castagne dal fuoco alla famiglia Inzaghi e dato una motivazione in più all’Inter per fare un sol boccone della Salernitana. Intendiamoci: si parla di due professionisti, Simone non si sarebbe fatto certo scrupoli nell’affrontare Filippo, come del resto nei tre precedenti. Se tuttavia il match di venerdì a San Siro si fosse rivelata la goccia per l’esonero del fratello maggiore, un po’ di dispiacere ci sarebbe stato. Caso risolto? Circa: SuperPippo, che aveva visto il mercato e capito l’andazzo, non ha nascosto il dente avvelenato verso del suo ora mai ex dirigente. Al Meazza, in questo modo, oltre ai tre punti ci sarà il potenziale retrogusto della vendetta familiare.
Dumfries e Arnautovic: sarà mini turnover. Per stilare la formazione è tuttavia presto: l’Inter è tornata ad allenarsi solo ieri, è pronta a riabbracciare Davide Frattesi che rientrerà in gruppo fra nella giornata odierna e domani, allenamenti decisivi perché Simone Inzaghi sciolga le perplessità. Rispetto a Juventus e Roma, tuttavia, dovrebbe esservi più di una novità: il ritorno da titolare di Denzel Dumfries è altamente probabile, come pure una nuova possibilità dall’inizio per Marko Arnautovic invece di uno fra Lautaro e Thuram. Possibile pure rivedere Klaassen – era successo già all’andata e Mkhitaryan dovrà pur rifiatare – come Carlos Augusto e Bisseck. Il vantaggio in classifica non consente di sedersi sugli allori, ma di stabilire qualche priorità: fra i granata e l’Atlético Madrid, in fin dei conti, è sempre stato facile quale gara stimolasse oltre Inzaghi. Figuriamoci ora.
Il primato di Conte e una differenza. Non che in campionato l’allenatore dell’Inter abbia particolari intenzioni di frenare. C’è un altro piccolo sassolino che potrebbe volare dalle sue scarpe di ex centravanti. A nella giornata odierna, la squadra nerazzurra viaggia due punti più lenta del Napoli dello scorso campionato, ma esattamente alla stessa velocità della Juventus 2013/2014: 60 a 60 dopo ventitré gare disputate in campionato. I bianconeri chiusero quella stagione a quota 102: soffiare il primato di punti in Serie A al suo predecessore, col quale è stato molte volte confrontato e non sempre per fargli i complimenti, avrebbe un sapore dolcissimo per Inzaghi. Con una differenza non da poco: Conte sacrificò sull’altare della tripla cifra qualunque velleità europea – ad ogni modo non il suo forte – salutando la Champions ai gironi e concludendo la campagna continentale in semifinale di Europa League, persa contro il Benfica. Dubitiamo che, solo per togliersi una spina dal cuore uno sfizio, Simone Inzaghi possa davvero pensare una cosa del genere: la seconda stella è un po’ più vicina e Londra un traguardo da cui non farsi abbagliare, ma neanche da cestinare nel cassetto dei sogni impossibili.
Image:Getty
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