“Ero fermo a un distributore di Arezzo, vicino a casa mia”. Fermarsi a fare benzina può essere la svolta di una carriera? Dipende. Per Francesco Calzona, strano ma vero, potrebbe pertanto essere andata in questo modo. Perché durante quel rifornimento – nell’occasione più adatta, non bisognerebbe usare il cellulare vicino al distributore – lo chiama al telefono Hamsik, per un’offerta di lavoro. “Con Marek eravamo rimasti in contatto dai tempi di Napoli, ma non avrei mai pensato che mi domandasse: ti interessa allenare la Slovacchia? Ho detto a lui: finisco di far gasolio e ci penso. A onor del vero l’ho richiamato già dopo dieci minuti. Era una proposta alla quale non potevo dire no…”.
Pure perché Francesco Calzona era sì stato il vice di Sarri, nel triennio a Napoli, in seguito collaboratore tecnico di Spalletti, nel 2021-22.Oppure Di Francesco, a Cagliari. Ma come è possibile fare un salto da allenatore in seconda di un club, pur interessante, a una nazionale che giocherà Euro2024? Appunto, le connessioni nel mondo del calcio sono tutto e Calzona a questo punto lo sa molto bene. Perché, ed è incredibile, la sua carriera è sempre stata quella del vice: da Avellino a Verona, Perugia e Grosseto, Alessandria e Sorrento. Per in seguito fare il salto, appunto, all’Empoli.
Il modulo preferito è il 4-3-3, con un’impronta è ovvio che vicina al calcio di Sarri. A questo punto sarà necessario comprendere se questo sarà pure il modulo del suo primo, vero, Napoli. La prima avventura in azzurro senza essere all’ombra di nessuno.
Image:Getty
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