Il Torino non aveva mai creato tanto quanto nella partita contro la Lazio. “Fino al 50’ è stata una delle migliori prestazione della mia gestione, purtroppo il calcio è in questo modo ma ho detto ai miei ragazzi che siamo forti e che possiamo dire la nostra giocando sempre in questo modo” quanto detto da Ivan Juric dopo una delle sconfitte più cocenti dell’anno. E i numeri gli danno anche ragione: la sua squadra ha calciato addirittura 24 volte verso la porta di Provedel, una quantità enorme includendo nella considerazione sia l’avversaria che c’era dinanzi, sia la tendenza del suo Toro ad avere problemi in fase offensiva. Perché qui entra in gioco una statistica che fa comprendere perfettamente perchè Zapata e compagni non riescano ad entrare in maniera definitiva fra le big della serie A: in 25 giornate di campionato, i granata sono rimasti a secco per ben undici gare. Quasi una ogni due, un numero enorme e che mette in evidenza tutte le complicazioni del Toro. I granata hanno segnato 23 gol, gli stessi di Cagliari e Verona e meglio soltanto di Salernitana ed Empoli: una media da 0.92 a partita. Di questo passo l’Europa è destinata a restare un tabù, pure se al Filadelfia si prova a rialzare la testa.
Nonostante tutto, difatti, la corsa rimane aperta e a questo punto ci saranno altri tre scontri diretti contro Roma, Fiorentina e Napoli per provare a candidarsi per l’Europa. E dopo, a fare da contraltare ai problemi in zona gol, rimane tuttavia una fase difensiva da squadra molto forte con 12 clean-sheet totali. Peccato, ma, che contro la Lazio siano stati commessi due errori che solitamente il Toro non fa: al netto dell’ennesima indecisione di Milinkovic-Savic, davvero troppo goffo in concomitanza della rete di Guendouzi, la squadra di Juric è stata colpita da un inserimento del francese di facile lettura e da un posizionamento errato sul 2-0 di Cataldi, con il giocatore della zona centrale del campo lasciato libero di colpire a rete. Sono stati errori fatali, ma non condannano tuttavia i granata: per l’Europa ci sta speranza, ma bisogna rialzarsi subito. E in maggior misura raddrizzare la mira in zona gol, perché l’attacco rimane da serie B.
Image:Getty
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