Sarà che prende a pallate chiunque e inizia ad affiorare un pizzico di noia. L’Inter ha cambiato gioco, forse per manifesta superiorità: da qualche partita ha lasciato il calcio, via col poker. Una mano migliore alle altre non capita, molte volte manca persino la figura che sarebbe un tiro in porta. In questo modo, sono quattro partite di fila che i quattro gol del collettivo diretto da Simone Inzaghi piegano il malcapitato avversario di turno. E l’unica domanda sul prossimo scudetto – si può dire? – è ora mai solo relativa a allorchè si assegnerà, non certo a chi.
I numeri dell’Inter sono imbarazzanti. Per gli altri. Perché se qualcuno gioca in questo modo, vuol dire che a calcio si può giocare in questo modo. A farne una questione di pura estetica, ci sarebbe da scrivere un trattato, ma si rimarrebbe nello sterile dibattito fra giochisti e risultatisti. L’Inter lo sta ammazzando, perché è la più bella del lotto e vince sempre. Meglio far parlare i numeri: più cinquantacinque di differenza gol, il secondo miglior attacco della Serie A è andato in gol cinque gol in meno. Otto gare vinte con come minimo cinque gol di scarto, diciotto clean sheet in campionato e ventitré complessivi in stagione, mezz’oretta in svantaggio e una vita intera dinanzi agli altri. Tre calciatori in doppia cifra, fra cui Lautaro che fa storia a sé perché è a 23 gol in 24 gare e di questo passo il primato di Higuain e Immobile se lo può prendere davvero. Sommer, per la cronaca, ha quasi raggiunto quello di Provedel. È, si diceva, manifesta superiorità rispetto a un torneo nel quale le più vicine vanno a un’altra velocità: si è visto qualche cosa di simile la scorsa stagione col Napoli? Sì, ma ‘Inter ha un punto in più. Quanto al resto, non c’è un paragone perché sino numeri che non hanno precedenti in Serie A.
Il sogno? Lo scudetto in faccia. A maggio 2013, la Lazio vinceva una Coppa Italia nel derby con la Roma: nella Capitale, la ricordano tuttavia come la coppa in faccia. Sulla panchina biancoceleste, c’era il signor Simone Inzaghi. Undici anni dopo, può cullare e fa coltivare ai tifosi interisti un sogno tuttavia più grande. Il fine settimana del 21 aprile si giocherà Milan-Inter, derby di ritorno. Quello di andata è finito 5-1. Ai nerazzurri nella giornata odierna vengono a mancare 24 punti finalizzato alla vittoria lo scudetto, dopo quella giornata saranno assenti altre cinque gare in conclusione del campionato. Facendo due conti, finalizzato alla vittoria il tricolore in quella giorno, all’Inter “basterà” arrivare al fischio d’inizio della stracittadina (e dopo vincerla) con tredici punti di vantaggio sul Milan e altrettanti sulla Juve, a patto che i bianconeri siano già scesi sul terreno di gioco – come molto probabile, se non sicuro – prima del derby. È un traguardo non in questo modo impossibile, se si considera che ora l’Inter ne ha dodici su Allegri al secondo posto e addirittura sedici su Pioli terzo.
Image:Getty
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