Bruno Conti ha rilasciato una lunga intervista a Il Corriere della Sera, in cui ha conversato per molto tempo della sua avventura in giallorosso: “Ho realizzato il sogno di mio padre, che era un tifoso romanista e ha cresciuto sette figli. Ho giocato, allenato i ragazzi, la prima squadra, ho fatto II direttore tecnico e del settore giovanile: allorchè potevo essere d’aiuto non mi sono mai tirato indietro”.
Lei è stato campione del mondo, ma ha sbagliato un rigore chiave in finale di Coppa dei Campioni, per giunta a Roma: un campione ricorda in maggior misura i momenti di gioia o quelli brutti?
“Nessun italiano in tre anni consecutivi ha trovato il successo Mondiale, scudetto e Coppa del Campioni e io ci sono andato molto vicino. Ma lo sport è fatto di gioie e dolori: questi te li porti dietro, bisogna accettare le sconfitte e reagire, perché il calcio bello tuttavia”.
Con De Rossi allenatore cosa è cambiato?
“Per me Daniele è sempre stato un allenatore sul terreno di gioco, per l’intelligenza tattica e per le opzioni che faceva: allorchè vedevo Ancelotti sul terreno di gioco avevo la stessa sensazione. In seguito è un grande uomo, mai banale: ha preso la squadra in un momento delicato e si sta dimostrando un allenatore vero, preparato complessivamente. Sono contentissimo per lui”.
C’è un ragazzo del settore giovanile della Roma su cui non avrebbe scommesso e che viceversa è giunto su?
“Politano era considerato come me, troppo gracile. Nessuno ci credeva viceversa è giunto ove è giunto. Ma ciò che mi ha dato più gratificazione di tutti è proprio De Rossi: lo avevamo preso come attaccante, dopo è stato spostato in mediana ed è diventato grande. Pure per tale motivo vederlo nella giornata odierna sulla panchina della Roma è speciale”.
Image:Getty
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