L’esterno del Sassuolo Josh Doig ha disquisito a TNT Sports dopo i primi mesi con la casacca neroverde: “Sono tutti pazzi i fan qui in Italia. Vivono e respirano il calcio, penso che sia un po’ lo stile italiano e tutti sono ossessionati dal calcio di conseguenza non importa in quale stadio vai, loro saranno lì. E gli stadi? È ovvio che penso che San Siro sia stato quello speciale e i miei genitori sono venuti a vedermi. Ricordo una partita fra Inter ed Hellas tutto sommato del 2023 e ogni volta che andiamo a San Siro, c’è una sensazione speciale. Ma per essere onesti ogni stadio ha carattere, ciascun uomo ha la propria tradizione e cose del genere, ma direi sicuramente San Siro per me perché sono cresciuto giocando a FIFA e guardandolo in TV e allorchè ci sei davvero dentro pare un po’ surreale”.
Gli inizi in Serie A?
“Ricordo che la prima volta che ho pensato ‘oh, questa è Serie A’ era in trasferta contro la Lazio e io giocavo terzino esterno e Lazzari giocava esterno destro di difesa e il tecnico mi ha avvertito che era veloce, ma ricordo di aver segnato la settimana prima, di conseguenza nella mia testa pensavo ‘ok, posso riuscirci” e ricordo che al suo primo tocco ha corso per tutto il campo creando un’opportunità da gol per la squadra avversaria e io viceversa non avevo idea di ove fossi, stavo quasi girando in tondo. Per questa ragione ho pensato che c’è un livello diverso qui con questi avversari e ho bisogno di crescere e migliorare. Un giocatore che mi ha messo in imbarazzo è stato Matteo Politano del Napoli, i suoi movimenti e le sue corse per me sono stati incredibili. È lucido e intelligente e sa ove deve essere per rendere la vita dei suoi avversari difficile”.
Gli altri avversari più complicati?
“E Berardi? Era l’anno scorso. Li abbiamo affrontati in casa allorchè ero tuttavia al Verona, giocavamo contro il Sassuolo e ricordo di essere stato sostituito all’intervallo, perché mi girava la testa. Era ovunque e non sembrava che fosse veloce, ma penso che sia il suo movimento e il suo primo tocco che lo rendono un giocatore speciale”.
Image:Getty
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