Quattrocentocinquanta minuti più recupero, ma mica potranno essere tutti di festa. Il clima alla Pinetina, ove ieri l’Inter si è ritrovata dopo aver vinto lo scudetto nel derby, è quello lì. Domenica, sarà una celebrazione lunghissima, dal termine della gara contro il Torino a tarda notte. Nell’ultima casalinga a San Siro, idem, compreso maxi-concerto e cena di squadra in serata. Oltre ai granata e alla Lazio, ma, i nerazzurri di Simone Inzaghi da qui a fine campionato incroceranno pure Sassuolo, Frosinone e Hellas Verona. Saranno, in sostanza, arbitri della corsa all’Europa e in maggior misura di quella alla salvezza.
Esperimenti e serietà. Saranno le necessità che lo stesso Inzaghi dovrà coniugare da qui al triplice fischio sulla Serie A 2023/2024. Da un lato, è lecito attendersi che l’allenatore nerazzurro dia maggior spazio ad alcuni attori non protagonisti dell’anno. Due su tutti. Il primo è Tajon Buchanan, giunto in tutta fretta a inizio gennaio e finora autentico oggetto misterioso: preso per giocare in posizione esterna di destra, ha convinto l’allenatore sulla sinistra. I 450′ che restano saranno una chiave per comprendere il suo spazio futuro. Non è in discussione quello di Yann Bisseck, che di conferme ne deve dare tuttavia poche ma vedrà salire il suo minutaggio. Pure Davide Frattesi e Carlos Augusto puntano un impiego maggiore da qui a fine campionato, il primo magari pure in tandem con Barella. Sull’altro piatto della bilancia, ma, Inzaghi dovrà e immaginiamo vorrà mettere il rispetto della competizione: un calo può pure essere fisiologico, ma l’Inter ha perso uno sola partita complessivamente il campionato. Non sarebbe corretto fermarsi adesso, non ne ha l’intenzione nessuno e pure le opzioni si accompagneranno a questo proposito. Tradotto: non c’è da attendersi un’Inter-bis. Magari una più variegata, quello sì.
Le due priorità. Arriverà il tempo del mercato, del classico summit fra lo stesso Inzaghi e la dirigenza nerazzurra. In anticipo rispetto alle ultime stagioni, verso metà maggio. L’altro giorno Ausilio ha scherzato sulla possibilità di un mercato già chiuso: le bugie, in questi casi, sono sempre bianche. Non che l’Inter abbia urgenza di muoversi, in maggior misura di cedere, a differenza del passato. Le priorità saranno realisticamente due: un portiere – Bento davanti a tutti – e un giocatore offensivo, con Zirkzee, Gudmundsson e Raspadori come nomi buoni. Logico pure pensare che Inzaghi, oltre a un rinnovo fino al 2027 (sarebbe l’accordo più lungo fin dal momento in cui è all’Inter) chiederà un’ulteriore balzo in avanti. Proprio per tale motivo, l’olandese non è affatto un’ipotesi da scartare, nonostante i costi. Il resto, pur senza particolari assilli, lo faranno eventuali uscite, pure eccellenti: non essere costretti a vendere non vuol dire non vendere, lo ha ricordato Marotta alcuni giorni fa.
Image:Getty
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