La fine dell’anno si avvicina e in casa del Milan c’è un tema di grande attualità: chi sarà il prossimo allenatore? Ne ha proferito il giornalista Franco Ordine nel suo editoriale per MilanNews.com
“Tema obbligatorio: chi allenerà il Milan? Risposta molto vaga e non per colpa di chi scrive. Perché la squadra sta prendendo tempo e pare pure leggermente stizzirsi a causa delle pressioni che arrivano da tifosi e media. Qui è il caso di fare una riflessione breve. Le prime tiepide candidature, condite da vari incontri, cominciate già fra novembre e dicembre 2023 (dopo l’uscita dalla Champions) hanno preso le mosse dallo team di Thiago Motta, una toccata e fuga. In seguito da gennaio 2024 il Milan di Pioli ha iniziato a inanellare una promettente striscia di risultati (recuperando pure un po’ di infortunati) e a quel punto è maturato il convincimento, legittimo, che fosse “cosa buona e giusta” proseguire con lui pure durante l’ultimo anno di contratto salvo in seguito ricambiare piano per via della dolorosa eliminazione dall’Europa league e la sanguinosa sconfitta nel sesto derby di fila lunedì 22 aprile.
A quel punto è ripartita la ricerca tirando fuori dal computer di Moncada qualche nome, tutti rigorosamente stranieri. Lopetegui è stato subito “scartato” dai social di fede rossonera i quali hanno addirittura impiantato una campagna pubblicitaria per evitare una scelta del genere in questo modo dettando presso gli uffici di casa Milan la certezza che stavano per imboccare una strada sbagliata. E capisco perfettamente il dietrofront! Abbonamenti dimezzati e stadio mezzo vuoto è una prospettiva che non alletta nessuno, tanto meno Cardinale.
Ora il Milan è dinanzi a un bivio. Il profilo che renderebbe felici osservatori e tifosi è uno e uno soltanto: Antonio Conte. Per un motivo molto semplice: perché per come minimo due-tre mesi terrebbe la squadra e lo spogliatoio al sicuro rispondendo in prima persona di purchessia risultato. Chi ha proferito con l’allenatore leccese sa molto bene che la narrazione ostile (chiede troppi soldi, vorrebbe avere parecchi giocatori) è soltanto uno sbarramento ideologico a un personaggio molto ingombrante, impegnativo per meglio dire e pure molto caratteriale che tuttavia sa fare molto bene il suo mestiere. Ed è ciò che conta. Non solo. L’eventuale suo tesseramento consentirebbe, indirettamente, al Milan di risparmiare lo stipendio da versare a Pioli e team i quali -con Conte in rossonero- diventerebbero gli unici candidati a raccogliere il consenso di ADL per la panchina del Napoli.
Il tentativo, in ritardo (mi pare di rivedere le stesse mosse disperate, finite male, fatte per Frattesi e per Thuram durante il mercato estivo 2023), di recuperare posizioni su Thiago Motta (a meno di una rinuncia della Juve) mi pare destinato a fallire. Pure l’opzione Roberto De Zerbi, che è nato e cresciuto calcisticamente nel settore giovanile del Milan, mi pare “appesantita” dall’entità della clausola (15 milioni) pratica che non rientra nelle giuste abitudini di Furlani e compagnia pur se mi ecciterebbe molto. E allora qui ci sta poco da pensare e osservare altri profili che servono solo a dare l’idea di una gran confusione.
Image:Getty
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