Sui social l’ironia corre veloce. Il ko dell’Inter, che in un torneo dominato ha perso solo contro il Sassuolo e l’ho fatto sia nella partita del girone d’andata che al ritorno, non è giunto come un fulmine a ciel sereno per tutti. A pensare male si fa peccato ma… fanno notare i tifosi delle altre. La frase, che peraltro tutti attribuiscono ad Andreotti e viceversa pare sia di Papa Pio XI, è circolata, insieme a qualche altra citazione.
Si potrebbe obiettare che non è stata la prima volta in cui la squadra campione d’Italia abbia staccato la spina, pure solo mentalmente, dopo aver tagliato il traguardo, e non sarà nemmeno l’ultima. È successo al Napoli col Monza nella prima trasferta post tricolore l’anno scorso, è successo alla Juventus con la SPAL non molto tempo fa. Insomma: a essere obiettivi, di strano c’è forse molto meno di quel che sembri.
Se in seguito qualcuno pensa davvero che Lautaro, che non segna dal 28 febbraio – ed è circondato da tifosi che, non avendo digerito il ko del Sassuolo col Milan di due stagioni fa, gli chiedono una vittoria – si piazzi due millimetri in fuorigioco perché Marotta fa buoni affari con Carnevali, fra l’altro come chiunque altri nel mondo del pallone italiano da dieci anni a questa parte, son fatti suoi. Il tema, tutt’al più, è che l’Inter può e vorrebbe avere onorare questo campionato fino tutto sommato, inevitabilmente lo farà, ma per tale motivo obiettivo ha da trovarsi qualche nuovo stimolo. È fisiologico, per oltre avendo tre quarti dei calciatori che (giustamente) pensano ad arrivare al meglio agli Europei o alla Copa America.
È un compito che, inevitabilmente, sta a Simone Inzaghi, il primo artefice dello scudetto, uno che mentre era preso per l’ultimo fesso non si scomponeva e nella giornata odierna che si vede riconosciuti i giusti meriti (GiveMeSport l’ha indicato al terzo posto fra i migliori allenatori al mondo) non gonfia il petto. Ce ne fossero. Si diceva, sta a lui. E gli si può fare pure un invito: Inzaghi, hai già vinto. Rilassarsi no, non è da te. Ma ci si può divertire, nelle tre gare che vengono a mancare. Buchanan non convince l’allenatore piacentino, è palese. Ma se per una volta giocasse lui da titolare, magari sulla fascia destra – anziché far subentrare un Cuadrado destinato a salutare fra meno di un mese – cosa può capitare di male? Barella e Frattesi insieme sono un’alchimia che forse non può funzionare, ma è un esperimento che può valere la pena di tentare. Bisseck difensore centrale è un’idea che può essere messa alla prova del campo. C’è qualche cosa ancora che l’Inter può tuttavia vedersi fare, fosse solo per studiare alcuni suoi elementi in ottica futuro: l’allenamento è una cosa, l’incontro un’altra. Il timore di non rispettare il campionato può pure passare in secondo piano: chi ha preso parte alla partita meno, e aspetta un’opportunità, può sorprendere.
Image:Getty
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