Nella lunga intervista concessa a L’Unione Sarda, il patron del Cagliari, Tommaso Giulini, è tornato sulla contestazione post-salvezza: “Se mi hanno fatto male i fischi dopo la salvezza? La verità? Molto. Tuttavia a questo punto ho la freddezza necessaria per prendermeli tutti. È il mio mestiere: portare la croce. Io dopo la salvezza non ho dormito tre giorni per la gioia”.
Cosa vogliono i più esigenti, da lei, dopo otto salvezze?
“Molti tifosi sognano un patron Paperone. Il bello è che allorchè penso da tifoso lo voglio anche io, un Paperone Giulini. Ora so che non basta”.
In questi anni avete investito milioni e milioni.
“Il mondo del pallone italiano sta diventando un oggetto di speculazione: fondi americani, presidenze straniere. È bello, la partita è più complicato, ma ecco un’altra lezione: nel calcio esiste la sfortuna, e può essere potentissima”.
Su Barella: “Nicolò era inseguito dall’Atletico Madrid, con Simeone che lo chiamava quasi ogni giorno. Ha rinnovato con noi, permettendoci di reinvestire la plusvalenza della sua cessione all’Inter. Aveva una maturità mentale superiore alla sua età biologica, a soli 18 anni discuteva già i suoi obiettivi futuri durante le trattative per i rinnovi contrattuali. Gli manca solo la Champions e un bel Mondiale con la Nazionale”.
Image:Getty
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