Nell’intervista concessa a Radio CRC, Walter Sabatini ha conversato del nuovo Napoli di Antonio Conte e del mercato che sta portando avanti la società azzurra: “Il Napoli ha rappresentato principalmente un’avversaria per me. Fin dai tempi di Palermo con il Napoli di Mazzarri; in seguito dopo pure con la Roma, nell’ambito del fair play e di una correttezza d’esempio da parte di due squadre che sono grandi realtà del calcio. Ho particolare simpatia per il Napoli, perché allorchè ero bambino ricordo Atlafini e Sivori, che furono incredibili in quell’epoca. Era una formazione forte e ho sempre avuto particolare simpatia per tale motivo club”.
L’arrivo di Conte:
“Il Napoli ha fatto una scelta straordinaria, convincendo Conte, perché Conte è una garanzia per tutti. La sua storia lo dice e lo dice la sua fede, perché è un uomo che allena con una fede assoluta, quasi religiosa. I risultati li farà ed è l’uomo corretto per Napoli per ricostruire dopo la stagione deficitaria dell’anno scorso. Sono convinto che faranno molto benissimo”.
Il mercato bloccato da Osimhen:
“Osimhen in uscita mi pare un fatto fisiologico: in certi momenti subentrano sentimenti non adeguati alla richiesta agonistica ed emotiva della squadra. Osimhen, che è un grande giocatore, si porta dietro delle cifre di stipendio e una possibile cifra di ingresso nella cessione, che sono irrinunciabili. Ad ogni modo, sarà sostituito adeguatamente: Lukaku con Conte è una garanzia per storia. Lukaku allenato da Conte è un giocatore da 20 gol. 31 anni per un giocatore offensivo sono l’età della maturità, in seguito scaturirà dall’allenatore, dai compagni, dagli stimoli. Ma certamente Napoli è una città che offre stimoli superlativi. Romelu viene innescato dal gioco di Conte nella giusta maniera e se sarà lui il prescelto farà veramente bene”.
Lo stato del mondo del pallone italiano:
“Io spero, come tutti gli italiani, che emergano i nuovi Calafiori, Frattesi, Barella. Il calcio ha bisogno di talento e di campioni. Io sono certo che ci siano pure in Italia giocatori importanti, la complicazione è che bisogna cambiare la cultura della sconfitta. La sconfitta spaventa e si pensa che possa bruciare i giovani; in Europa non è in questo modo, un ragazzo se vale gioca a 17 anni e pure a 25. In Italia dobbiamo essere più generosi verso i giovani giocatori: dobbiamo rimuovere l’angoscia. La sconfitta è pure educativa e serve a crescere. Se vogliamo rifondare, e Luciano Spalletti lo farà, una Nazionale che vada ai Mondiali e faccia bene, ci sta bisogno che i giocatori crescano”.
Image:Getty
Segui le Ultime News Calciomercato Napoli
Segui le Ultime Notizie Napoli Calcio