Sulle pagine del Corriere dello Sport troviamo una lunga intervista al nuovo colpo della Roma, Matias Soulé. L’argentino parla pure di Paulo Dybala: “Per me è un fratello maggiore, una guida non nel calcio ma nella vita. Allorchè ero più piccolo, lo vedevo come un campione eccezionale, un giocatore a cui non riuscivo ad avvicinarmi perché ero in soggezione. Dopo abbiamo iniziato a conoscerci, siamo entrati in sintonia e abbiamo stretto un buon rapporto alla Juventus. Ci sta un aneddoto che non mi dimenticherò mai”.
Prego.
“Era l’ultimo anno di Paulo alla Juve, stava giocando una delle gare finali dell’anno. Mancava un quarto d’adesso in conclusione allorchè lo vedo parlare a distanza con Landucci (il vice allenatore, ndi) mentre intanto mi indicava. Purtroppo erano finite le cambi ma Dybala aveva chiesto alla panchina di farmi entrare perché voleva giocare con me per lo meno una volta prima di lascia la Juve. È un ricordo che resterà sempre con me, perché mi ha fatto comprendere quanto ci tenesse a me, e la sua stima nei miei confronti”.
Magari un giorno giocherete insieme pure nell’Argentina.
“Sarebbe un altro sogno. Ho detto, con grande rispetto, no a Spalletti per la convocazione con l’Italia perché io sono a tutti gli effetti argentino e vorrei rappresentare la mia nazione. Farlo con Dybala e Paredes, due campioni del Mondo, sarebbe un altro momento indimenticabile. Intanto mi godo questi momenti: mi stanno aiutando tanto, li prendo come punti di riferimento per crescere tecnicamente e mentalmente. Da due come loro si può solo assimilare”
Image:Getty
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