Se non è la sfida perfetta poco ci manca, un esordio che in pochi (se non con tutta probabilità nessuno) avrebbero potuto pronosticare quello dell’Hellas Verona nella parte interna della sua sesta stagione consecutiva in Serie A. Un 3-0 al Napoli di Antonio Conte in cui la compagine scaligera ha mostrato di aver cambiato completamente faccia e non solo ad una sola settimana di distanza dall’opaca prova in Coppa Italia con il Cesena, sfociata in una sconfitta con conseguente eliminazione che aveva fatto suonare qualche piccolo allarme in ottica dello start del campionato.
Una macchina ben oliata
Allarmi prontamente disattivati dagli uomini di Paolo Zanetti, abili nello studiare e far sfogare un avversario con evidenti problemi interni e ridotto all’osso già alla prima di campionato per dopo sferrare i colpi letali nel secondo tempo. Una prova maiuscola in tutti i reparti quella del Verona, da una difesa in grado di muoversi bene nonostante gli svarioni di un emozionato Frese passando per un centrocampo in grado di mantenersi solido pure dopo l’uscita forzata di Serdar, rimpiazzato ottimamente da Belahyane arrivando ad un attacco spumeggiante con due nuovi arrivi subito pronti a festeggiare sotto la curva.
Lazovic cuore gialloblù
Se a prendersi la copertina della serata sono Dailon Livramento e Daniel Mosquera, uomo in grado di sbloccare la partita il primo, autore di un’indimenticabile doppietta da subentrato il secondo, una menzione speciale la merita Darko Lazovic. A un mese dal compimento dei 34 anni il serbo, uno degli ultimi superstiti del gruppo guidato da Juric nella prima annata del ritorno in competizione principale, è stato protagonista di una serata semplicemente ineccepibile, con una prestazione fatta di corsa, cuore e carattere sulla corsia di sinistra e impreziosita da due assist; in grado di incarnare perfettamente ciò che il “Bentegodi” definisce come “Spirito Hellas”.
Image:Getty
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