Il mercato è finito, se Dio vorrebbe avere. Esultano gli allenatori e molti tifosi perché giocare evitando le insidie delle trattative non è facile e neppure simpatico. Speriamo che la proposta del patron Gravina possa trovare proseliti alla Uefa e in questo modo riformare una volta per sempre il calendario. Ora i tecnici possono finalmente lavorare in pace, il cantiere è chiuso e si tirano le somme della campagna acquisti-cessioni analizzando i più e i meno.
Il mercato estivo della Fiorentina finisce fra luci ed ombre perché è innegabile che siano arrivati calciatori importanti, ma è altrettanto vero che vi siano reparti come difesa e centrocampo non propriamente completati. La gestione, in seguito, delle ultime ore della sessione ha spiazzato molti, con una Fiorentina colpita da un iper-interventismo, rispetto alle settimane passate allorchè le manovre in entrata parevano essersi cristallizzate. I calciatori cercati e persi fra mercoledì e ieri sono stati molteplici, tanto che ad il signor momento diventava difficile comprendere quale fosse il filo logico della Fiorentina. Delle due l’una: o la società aveva approntato una strategia definita e poco codificabile oppure aveva scelto di sparare a caso, affidandosi alle possibilità nel negozio con mezza saracinesca abbassata. Ogni è libero di farsi l’idea che vorrebbe avere.
Partiamo dai punti positivi: la squadra viola ha blindato la porta affiancando ad un portiere già forte, Terracciano, un protagonista di spessore mondiale come De Gea. Lo spagnolo in Ungheria, durante una delle gare più imperfette della storia recente dei viola, ha sfoderato quattro interventi decisivi ancorché bellissimi. Nessuna squadra italiana ha una coppia di portieri come la Fiorentina. Andiamo avanti: l’attacco è stato chiaramente rinforzato con Kean, già a segno due volte. Dai tempi di Vlahovic non si ammirava un centravanti con questi movimenti e tanta potenza. Attendiamo l’ex bianconero ad ulteriori verifiche, ma l’inizio è assai incoraggiante. Se ne è accorto pure Spalletti che difatti lo ho richiamato in Nazionale. Gudmundsson è una grande operazione che va a rimpiazzare una partenza importante, quella di Gonzalez. Ma se Palladino troverà la soluzione giusta per fare rendere al massimo Kean e Gud, molti problemi saranno risolti. Sempre in zona offensiva è giunto Colpani: partito male, d’accordo, ma sul suo talento non ci sono discussioni. Siamo sicuri che esploderà. Cosi come ci piace il giocatore della zona centrale del campo Richardson: il marocchino ha piedi buoni e visione di gioco, ma non è un direttore d’orchestra. Circa lo stesso si potrebbe dire di Adli, giunto dal Milan ove ma non è riuscito a ritagliarsi grande spazio.
Passiamo ai meno: sul filo della sirena la Fiorentina ha preso Cataldi dalla Lazio e Bove dalla Roma. Il primo è un esubero dei biancocelesti, mentre il secondo non era nel radar di De Rossi. Discrete pedine, certo, ma che non paiono in grado di garantire un balzo in avanti ai viola. Ricordiamoci che sono andati via ad ogni modo calciatori come Castrovilli e Bonaventura, portatori di qualità. Ma se Palladino ha voluto Cataldi e Bove dobbiamo fidarci. A centrocampo la Fiorentina aveva inseguito Mangala, giocatore di altro profilo e Baturina, con ruolo più avanzato: quelle erano idee più intriganti e ambiziose. Inevitabilmente ad nella giornata odierna nel mezzo manca un leader vero, uno che possa prendere per mano la squadra e questa è una lacuna determinante.
Pure nel reparto arretrato la Fiorentina poteva fare oltre: noi continuiamo a pensare che Pongracic sia un’ottima scelta perché è la sua storia a dimostrarlo pure se l’alba viola del croato è stata disastrosa. Speriamo sia solo un incidente di percorso, può succedere. In seguito è giunto un giovane sconosciuto, Moreno. Un elemento su cui investire. Valentini sbarcherà a gennaio: rimangono Quarta e Ranieri con quest’ultimo che pare involuto. Sarà pure per il nuovo atteggiamento difensivo della Fiorentina, con tre giocatori di difesa, a creare qualche imbarazzo. La linea rispetto a Italiano si è abbassata di venti metri, i calciatori devono prendere le misure. Tuttavia la società poteva fare assegnamento su un centrale di grande esperienza e caratura internazionale per rendere più sicuro un reparto orfano di Milenkovic.
Image:Getty
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