A testa bassa. Il Milan che ieri è uscito sconfitto da San Siro contro il Liverpool ha dovuto fare i conti con la pesante contestazione dei tifosi iniziata ben prima del triplice fischio. A dar fastidio a chi era sugli spalti non tanto la gara persa contro una delle candidate per il successo finale, quanto le modalità con cui i ragazzi di Fonseca si sono arresi. Senza l’onore delle armi. L’ultimo giunto Tammy Abraham che negli ultimi venti minuti ha provato a dare una scossa senza fare proseliti è il manifesto di una formazione confusa. Sulle gambe.
Questo Milan è nella giornata odierna un team che palesa l’assenza di leader. Parecchi buoni calciatori, ma nessuno in grado di trascinare la squadra nei momenti di difficoltà. Non è un leader Leao, ieri il primo a lasciare il campo di gioco e in seguito lo stadio San Siro. Non lo sono Theo Hernandez né Maignan, giocatori che chiedono stipendi da fuoriclasse senza, tuttavia, aver fin qui palesato di essere di moda grado di diventare dei punti di riferimento nello spogliatoio.
Il Milan è nella giornata odierna un team di calciatori, non una formazione. E ad aggravare la situazione c’è un allenatore che fin qui ha palesato di capirci poco o niente. “Mi hanno portato qui per cambiare le modalità con le quali si sviluppa il gioco della squadra ed è ciò che sto cercando di fare”, ha sostenuto Fonseca nel post-partita. Una meta adesso molto distante: una vittoria in cinque partite (contro l’arrendevole Venezia), troppi gol subiti e tutti i problemi emersi nella coda del ciclo Pioli che sono tuttavia lì. Ben visibili.
Nell’estate in cui sul mercato c’erano Sarri e De Zerbi, Motta e Conte, la società rossonera ha preso la decisione di fare assegnamento su Fonseca. Un rischio che non sta pagando, una scelta che non sta convincendo nessuno. Pare di rivedere ciò che accadde un anno fa al Napoli con De Laurentiis che decise di rimpiazzare Luciano Spalletti con Rudi Garcia. Fin da subito si capì che la scelta operata dalla società partenopea fu quella sbagliata: in quel caso l’esonero – pure tardivo – arrivò alla sosta di novembre.
Image:Getty
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