Antonio Zappi, patron dell’AIA, è stato intervenuto ai microfoni di Radio CRC: “È corretto che le interpretazioni tecniche le dia il Commissario, Gianluca Rocchi, perché il Patron non deve mai entrare in delucidazioni tecniche. Tuttavia in un piano di carattere generale, come valutazione della filosofia arbitrale, posso parlare di un dato praticamente per quanto concerne l’episodio di Dumfries. Allorchè un braccio, che pur essendo staccato dalla figura corporea, è posizionato in maniera tale che se non ci fosse il pallone colpirebbe una parte del corpo, scatta un presupposto di non punibilità. Se in passato sono stati commessi degli errori, non bisogna proseguire a lavorare nell’errore. La ricerca dell’uniformità non deve appiattirsi nel perpetuarsi dell’errore”.
Lavorate alle modifiche del regolamento?
“Allorchè si modificano le regole servono dei percorsi lunghi che hanno bisogno di sperimentazioni. Il regolamento del calcio ha bisogno di tempo e valutazioni approfondite per comprendere i progetti migliori da attuare. Io vorrei un calcio ove la sostanza prevalesse sulla forma: ovvero uno scenario in cui un giocatore o un allenatore non esca dal campo con il dubbio che un qualche cosa non sia stato visto e valutato. Una volta che tutto è stato oggettivamente visto e valutato, l’arbitro mantiene la sua autonomia decisionale, confermando o meno la scelta fatta”.
Cosa prevedete di fare per togliere la scia di polemiche che accompagna sempre le gare?
“Ci sta la prospettiva dell’announcement, ovvero che l’arbitro possa spiegare al pubblico il processo decisionale assunto. È stato sperimentato in Inghilterra e non ha creato problemi: è un processo trasparente, il pubblico conosce meglio gli stimoli. È chiaro, ma, che questo può alimentare contestazioni e proteste, perché come tutti i processi di comunicazione, una parola fuori posto può generare un’interpretazione fuorviante o polemiche in più. In Inghilterra è andato bene, ma dalla sperimentazione all’applicazione ci vorrebbe avere del tempo. Noi dobbiamo cominciare a darci delle certezze: cominciare ad essere uniformi nell’interpretazione allorchè quest’ultima è certa”.
E sui falli di mano?
“Si è ricercato un concetto di punibilità che andasse oltre l’oggettività, aprendo pure all’interpretazione soggettiva, perché il calcio ci chiedeva questo. La cosa migliore che si potrebbe fare lungamente è non cambiare più le interpretazioni”.
Image:Getty
Segui le Ultime News Calciomercato Napoli
Segui le Ultime Notizie Napoli Calcio