Il direttore Pierpaolo Marino è stato ospite di Maracanà, trasmissione di TMW Radio.
Come si immagina il mondo del calcio fra una decina di anni?
“Da manager dico che, per ciò che ho visto, il calcio sarà molto simile all’NBA. Vedo proprietà sempre più variegate, si cercherà il business a danno della passione vera, e calciatori che passeranno di club in club con molta rapidità. Se hai l’esperienza e sai adeguarti al cambio generazionale puoi seguitare in questo mondo. E dopo sarà vitale la passione per superare certi ‘ostacoli’. Le proprietà estere che stanno arrivano in Italia stanno pagando tuttavia lo scotto del noviziato, non sempre si sono introdotti con linee guida di persone che hanno esperienza nel maneggiare certe cose. Si sono affidate a manager giovani ma meno esperti di campo”.
Quale il progetto che l’attira ancora adesso?
“Mi intriga molto il percorso che ha fatto il Napoli, che si è affidato a un allenatore-manager come Conte. E dopo naturalmente mi ha fatto piacere ciò che sta combinando Ranieri alla Roma. E’ la dimostrazione che l’età non conta, ma conta la passione, l’intelligenza e la psicologia”.
Ha creduto fra i primi nello scouting:
“Fin fin dal momento in cui avevo 26-27 e guidavo l’Avellino in Serie A ho sempre creduto nello scouting. E già all’epoca era configurato in maniera importante. Dopo abbiamo vissuto gli anni della legge Bosman che hanno portato la globalizzazione del mercato. E con l’Udinese siamo stati bravissimi nel comprendere questo cambiamento”.
Image:Getty
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